Vivaismo pistoiese: export 2021 da record, ma la guerra mette tutto a rischio
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in Il vivaista
Da Coldiretti Pistoia la notizia che l’export di piante vive dal Distretto vivaistico pistoiese ha segnato nel 2021 +30% sul 2020 e +40% sul 2019. La Francia è stata nel 2021 il principale sbocco estero (123 milioni, +36% sul 2020) e nonostante Brexit le esportazioni nel Regno Unito sono salite del 43%. Ma è allarme per la guerra e l’inflazione che minimizzano i margini di guadagno e mettono a rischio la tenuta del sistema, compreso il vivaismo.
Le esportazioni di piante vive del distretto vivaistico ornamentale di Pistoia hanno registrato un vero boom l’anno scorso. Un andamento perfettamente in linea con le esigenze di più verde nel mondo, prima di tutto per contrastare il cambiamento climatico. Ma questo trend è messo a repentaglio «dalle dinamiche globali dei costi delle materie prime e dalla guerra scatenata dalla Russia di Putin».
E’ quanto annunciato nei giorni scorsi da Coldiretti Pistoia a commento dei risultati complessivi nell’export di piante del distretto pistoiese nel 2021: più 30% a livello globale rispetto al 2020, per un totale di 377 milioni di euro, e più 40% rispetto al 2019, quando l’export globale arrivò a 268 milioni di euro.
Nel dettaglio, secondo le elaborazioni di Coldiretti Pistoia su dati Istat, la Francia è il paese dove si indirizza la quota maggiore di export di piante dal polo vivaistico pistoiese, con esportazioni per 123 milioni di euro nel 2021, cioè più 36,3% rispetto al 2020. In generale, nell’Unione Europea post Brexit si sono totalizzati 286 milioni di euro (+27,5% sul 2020).
Ma è da sottolineare, in relazione a Brexit, il risultato delle esportazioni verso il Regno Unito che nel 2021 è arrivato a quasi 46 milioni di euro, con un balzo del 43% rispetto al 2020 e del 58% rispetto al 2019. «Il dato del Regno Unito dimostra la capacità di adattamento alle novità del polo florovivaistico pistoiese – si legge nella nota di Coldiretti Pistoia -. Nonostante i sopraggiunti vincoli e limitazioni, i nostri imprenditori hanno dimostrato che si può superare anche le prove più difficoltose, come l’innalzarsi di barriere doganali».
«Purtroppo – ha commentato il presidente di Coldiretti Pistoia Fabrizio Tesi -, lo spropositato aumento dei costi delle materie prime già dall’autunno 2021 e la guerra in Ucraina rendono inutile tanto lavoro sul fronte dell’innovazione e della capacità di produrre piante eccellenti. Il mercato dei paesi ex Sovietici per esempio nel 2021 era arrivato a 18,3 milioni di euro, con un incremento del 56% rispetto al 2020. Un mercato che al momento, necessariamente è bloccato. Ma a rischio – ha concluso Tesi - c’è la tenuta del nostro modello di sviluppo: con l’aumento spropositato dei costi di produzione, dovuto in gran parte alla speculazione, sarà difficile riuscire a mantenere il circuito economico virtuoso, con aziende che investono, innovano e creano benessere. Questo vale per tutta l’agricoltura e per gli altri settori».
Redazione