Lombardia: tetti verdi e vertical farm in città con nuova legge regionale
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in Il vivaista
La Regione Lombardia ha approvato una legge sull’agricoltura urbana che incentiva i tetti verdi (riconoscendoli nella pianificazione urbanistica), le «infrastrutture verdi multifunzionali» e le vertical farm (fattorie verticali innovative con produzioni a ciclo continuo) trattate come attività agricole. Il fenomeno del vertical farming vale 2 miliardi di euro nel mondo, ma è previsto a 5,8 miliardi nel 2022.
«Un'iniziativa che sostiene e incentiva le attività agricole tradizionali rimaste, stimola la realizzazione di boschi urbani per città più verdi e allo stesso tempo innova fortemente il quadro normativo riconoscendo i tetti verdi nella pianificazione urbanistica e consentendo l'insediamento in tutte le aree urbane delle vertical farm, ossia delle fattorie innovative verticali dove si produce verdura in ambiente protetto a ciclo continuo»: attività che, «pur insediate in ambito urbano, per esempio aree industriali da rigenerare, saranno comunque riconosciute come agricole».
E’ la legge regionale sull’“Agricoltura urbana, periurbana e metropolitana” approvata con voto unanime dal Consiglio regionale della Lombardia verso fine ottobre. Una norma che vuole rappresentare il contributo di Regione Lombardia al raggiungimento degli obiettivi globali di sostenibilità ambientale e di resilienza ai cambiamenti climatici promuovendo «accanto a forme convenzionali e tradizionali di agricoltura, anche coltivazioni innovative (acquaponica, idroponica e aeroponica)».
Come spiega infatti una scheda informativa del sito web della Regione Lombardia, «nel testo della legge viene definito vertical farming il sistema di coltivazione agricola in camere di crescita chiuse a controllo ambientale totale, sviluppate su moduli verticali sovrapposti, sfruttando la combinazione di tecniche quali l'acquaponica, l'idroponica o l'aeroponica». Questo metodo di coltivazione innovativo vale oggi nel mondo oltre 2 miliardi di euro, fa sapere Regione Lombardia, ma «le previsioni parlano di 5,8 miliardi nel 2022». Un’occasione economica, dato che si tratta di una «attività che consente risparmio di suolo, acqua ed energia abbattendo l'utilizzo di sostanze chimiche ed attirando all'agricoltura nuove competenze professionali in grado di favorire anche il ricambio generazionale».
«All’imprenditore che esercita le attività di vertical farming - viene specificato - si applica la disciplina ex art.2135 del Codice Civile (imprenditore agricolo) e dell’Imprenditore Agricolo Professionale (IAP). Le attività di vertical farming sono compatibili con tutte le destinazioni d'uso urbanistiche previste dalla normativa vigente e possono essere ubicate esclusivamente presso edifici esistenti, anche mediante interventi di ristrutturazione edilizia. La norma, orientata nell’ottica di prevenire il consumo di suolo, si propone di favorire l’insediamento soprattutto nei centri urbani». Inoltre «gli interventi di recupero degli edifici esistenti per l’insediamento delle fattorie verticali possono usufruire delle agevolazioni in materia di rigenerazione urbana previste dalla LR 12/05 per gli interventi di recupero degli edifici esistenti» e «resta possibile la nuova costruzione delle fattorie verticali nelle aree destinate all’agricoltura».
La legge riconosce anche i tetti verdi «ossia coperture vegetali realizzate sui tetti o sulle pareti degli edifici costituite da specie erbacee, arboree o arbustive e destinate a scopi alimentari o anche ornamentali, nonché finalizzate al miglioramento dell'isolamento termico, al risparmio energetico e al potenziamento della sostenibilità ambientale, così come le infrastrutture verdi multifunzionali ossia gli interventi di forestazione urbana finalizzati all'implementazione di un ecosistema sostenibile mediante l'interconnessione tra verde e costruito e il potenziamento delle connessioni ecologiche locali».
Redazione