Olio d’oliva: codici doganali distinti per vergine ed extravergine dal 2017
La nuova nomenclatura dell’olio d’oliva è stata annunciata a inizio giugno da Agrinsieme dopo un incontro in Commissione Ue. Resi noti alcuni dati sul mercato dell’olio d’oliva nella campagna 2015-2016: +112% la produzione italiana, contro il +66% della Spagna, il +61% Unione europea e il +33% mondiale. Aumentano le esportazioni europee in Cina.
Un importante passo avanti nella trasparenza del commercio mondiale dell’olio d’oliva, che favorirà i controlli. Dal primo gennaio del 2017 entrerà in vigore una nuova nomenclatura che consentirà di distinguere l'olio "vergine" dall'olio "extravergine" negli scambi internazionali. La voce doganale che oggi combina l'olio vergine extravergine sarà divisa in due codici doganali che consentiranno di tracciare i due prodotti e di dare informazioni più dettagliate sui flussi commerciali internazionali. Lo ha fatto sapere a inizio giugno, dopo un incontro tenuto in Commissione Ue nel gruppo di dialogo civile sull'olio, Agrinsieme (il coordinamento di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari), che ha espresso soddisfazione per questa novità, perché «contribuirà a difendere la qualità e a ridurre il rischio di frodi, oltre a favorire una migliore conoscenza delle movimentazioni del prodotto a livello globale». Nella stessa riunione in Commissione Ue sono stati resi noti alcuni dati sul mercato dell’olio di oliva: la produzione mondiale per la campagna 2015/2016 si stima di 3.242.000 tonnellate (+33%), di cui 2.303.000 tonnellate a produzione Ue (+61%). La Spagna si confermerebbe primo produttore con 1.395.000 tonnellate stimate (+66%), a seguire l’Italia con 472.000 tonnellate (+112%), la Grecia con 320.000 (+7%). Sulle esportazioni Ue, nel periodo ottobre 2015/marzo 2016, si stima una forte riduzione tendenziale per il Brasile (-47%) a causa della crisi economica e della svalutazione del real, mentre si prevede un incremento per la Cina (+36%). Gli Stati Uniti si confermano principale destinazione dell’olio europeo e italiano in particolare. Quanto al commercio intra-Ue, nel periodo compreso tra inizio ottobre e fine febbraio sono state 366.000 le tonnellate movimentate, con un calo del 21%. Dall’Italia verso destinazioni intra-Ue si sono mosse 43.000 tonnellate, destinate per il 30% alla Germania.
Redazione