I primati (piccoli) dell’Olio Toscano Igp nel Rapporto Ismea sulle Ig

Il Rapporto Ismea-Qualivita ha radiografato risultati e dinamiche degli oli d’oliva con Indicazioni geografiche (Dop e Igp) nell’annus horribilis 2016 (-62% di produzione generale). Spicca il sorpasso al vertice nazionale (a spese del Terra di Bari Dop) del Toscano Igp, che vale oltre 2500 tonnellate, 20 milioni di euro alla produzione, 36 milioni al consumo e 28 milioni di export. Balzi in avanti dei Dop di nicchia Chianti Classico (+83% in tonnellate e +187% in euro sul 2015) e Valli Trapanesi (+98% e +53%). La provincia di Firenze al 1° posto in Italia per l’impatto dell’olio certificato (6,3 milioni di euro).

 
Gli oli di oliva extravergini a Denominazione di origine protetta e a Indicazione geografica protetta pesano ancora molto poco, un’inezia percentuale, nel settore dell’olio di oliva italiano. Ma sono fortemente premiati dal mercato.
A confermare questa maggiore resilienza delle Indicazioni geografiche anche in questo comparto del made in Italy e a delinearne alcune dinamiche è stato il “Rapporto 2017 Ismea-Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg”. 
In esso viene innanzi tutto aggiornato al 2017 il numero di certificazioni, salito a 46 riconoscimenti nel territorio nazionale: 4 Igp e 42 Dop (in Toscana un’Igp, l’Olio extravergine di oliva Toscano Igp; e 4 Dop: Olio extravergine di oliva Chianti Classico Dop, Olio extravergine di Lucca Dop, Olio extravergine di oliva di Seggiano Dop, Olio extravergine di oliva Terre di Siena Dop).
Poi vengono analizzati i risultati degli oli Dop e Igp italiani nel 2016, che è stato un anno terribile per il settore dell’olio di oliva nel suo complesso, segnato da un calo produttivo pari a -62% a livello nazionale. Ebbene gli oli extravergini certificati hanno ceduto solo l’1,7% di produzione, attestandosi a poco meno di 10 mila tonnellate (che equivaleva a soltanto poco più del 2% della quantità totale di olio d’oliva prodotto in Italia nel 2016). Ma le dinamiche degli oli Dop e Igp sono state più interessanti di quelle del settore olio in generale, nonostante i pesanti cali degli oli certificati pugliesi, anche nei tre parametri in euro considerati dal Rapporto: valore alla produzione dei Dop e Igp in Italia di 69,2 milioni di euro (pari a -2,2%), valore al consumo di 118,1 milioni di euro (pari a +14,8%), valore dell’export di 56,3 milioni di euro (pari a -2,4%).   
Il comparto degli oli Ig è molto concentrato, con i primi tre prodotti della graduatoria che rappresentano il 66% della quantità certificata e circa il 58% del valore alla produzione e al consumo della categoria, «mentre considerando le quantità esportate e il valore dell’export – si legge nel Rapporto Ismea-Qualivita – la quota complessiva sale ad oltre l’80% degli oli di oliva Dop e Igp». La classifica vede al primo posto il Toscano Igp (+ 4,5% sul 2015 in quantità con 2556 tonnellate; +12% di valore alla produzione, pari a 20,4 milioni di euro; +8,8% di valore al consumo, pari a 35,8 milioni; +11,5% di valore dell’export, pari a 28,6 milioni) e al secondo il Terra di Bari Dop (-32,9% sul 2015 in quantità con 2444 tonnellate; -48,6% di valore alla produzione, pari a 10 milioni di euro; -26,1% di valore al consumo, pari a 20,2 milioni; -46,4% di valore dell’export, pari a 10 milioni), grazie al sorpasso del primo ai danni del secondo nel 2016, e al terzo il Val di Mazara Dop (+47,5% sul 2015 in quantità con 1634 tonnellate; +49,6% di valore alla produzione, pari a 9,8 milioni di euro; +114,6% di valore al consumo, pari a 13,1 milioni; +37,8% di valore dell’export, pari a 5,9 milioni). 
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Il Rapporto sottolinea inoltre che «nella categoria degli oli Dop e Igp la propensione all’export è di oltre il 50% e che per talune denominazioni la quota destinata ai mercati stranieri tocca il 70%. E’ il caso del Toscano Igp e del Terre di Bari Dop (non a caso i primi due in classifica, ndr). Gli Stati Uniti sono la destinazione privilegiata ma è in generale tutto il settore olio che ha nel mercato extra Ue una destinazione rilevante. Svizzera e Giappone sono altre due mete importanti per gli oli italiani. Tra i Paesi comunitari, invece, emergono Germania, Regno Unito e Francia».
Dalle infografiche di Ismea risulta che nella classifica delle provincie italiane con il maggior impatto economico sul territorio degli oli di oliva Ig Firenze è al primo posto con 6,3 milioni di euro di giro d’affari grazie ai suoi due oli certificati: Toscano Igp e Chianti classico Dop. Al secondo posto Agrigento con 5,4 milioni di euro, grazie a due oli certificati e al terzo Barletta-Andria-Trani con 5,2 milioni di euro, grazie a un olio certificato. Le altre provincie toscane si piazzano così: Siena al 5° posto con 4,6 milioni di euro, grazie a tre oli certificati (oltre a Toscano Igp e Chianti classico Dop, il Terre di Siena Dop); Grosseto al 9° posto con 3,7 milioni di euro, grazie a due oli certificati (Toscano Igp e Seggiano Dop); Arezzo al 10° posto con 2,7 milioni, grazie a un olio certificato (Toscano Igp); Livorno al 12° con 1,9 milioni di euro, grazie a un olio certificato (Toscano Igp); Pisa al 14° con 1,7 milioni di euro, grazie a un olio certificato (Toscano Igp); Pistoia al 20° con 0,9 milioni di euro, grazie a un olio certificato (Toscano Igp).
Spiccano i balzi in avanti nel 2016 di due oli Dop di nicchia. Il Chianti Classico è salito del +83,5% in quantità raggiungendo 113 tonnellate, del +187% in valore alla produzione raggiungendo 2 milioni di euro, del +305,3% in valore al consumo arrivando a 2,8 milioni di euro e addirittura del +331,8% in valore dell’export salendo a 2 milioni di euro. Il Valli Trapanesi Dop è salito invece del +98,2% in quantità giungendo a un livello di 387 tonnellate, del +53,4% in valore alla produzione toccando 1,8 milioni di euro, del +331,7% in valore al consumo arrivando a 4,5 milioni di euro e del +115,7% in valore dell’export raggiungendo 0,8 milioni di euro.
Infine, riguardo ai canali di vendita, la grande distribuzione organizzata (gdo) copre il 50,5% del mercato degli oli Dop e Igp, una quota simile alla quota media della gdo sul totale delle vendite del settore food Dop e Igp, che è pari al 52% del mercato. Ma negli oli certificati resta forte anche il canale della vendita diretta, che si attesta al 12,8%. 
Come sono andate le vendite di olio extravergine Dop e Igp a peso fisso nella gdo nel 2016? Molto bene, dice Ismea, con +8,2% in volume e +9,7% in valore sul 2015. Anche se la quota di mercato è ancora piccolissima: meno del 2% in quantità e del 4% in valore. Tra le principali denominazioni spicca il balzo in avanti del Toscano Igp, pari a +59,6% in quantità per 481 mila litri e +45,3% in valore per 6 milioni e 181 mila euro.
 
L.S.