Con asparagi e polli, oliveti più redditizi ed ecologici
Presentati i risultati di un progetto pilota del Cra Oli di coltivazione consociata di olivo ed asparago selvatico insieme all'allevamento del pollo rustico, che è stato coordinato dal Parco tecnologico agroalimentare dell’Umbria: sinergie significative. Tra i benefici, anche la riduzione di mangimi, concimi e agrofarmaci, più benessere degli animali e qualità gastronomica. [Foto di Alberto Salguero Quiles en Gozquez de arriba, Madrid, su Wikipedia]
Come rendere più redditizi gli oliveti senza stravolgerne le caratteristiche e senza ricorrere a tecnologie avveniristiche? Una possibile soluzione è stata ideata dal Cra Oli di Spoleto (Centro di ricerca per l’olivicoltura e l’industria olearia del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura) e sperimentata nel progetto “Olivo, asparago selvatico, pollo rustico: innovazioni sostenibili del processo produttivo, della trasformazione e della commercializzazione” coordinato dal Parco tecnologico agroalimentare dell’Umbria (3a-Pta) nell’ambito della misura 124 del Piano di sviluppo rurale umbro, in collaborazione anche con il Dipartimento di Biologia applicata dell’Università di Perugia e due aziende private. E consiste nello sfruttare i consistenti spazi fra gli alberi degli oliveti per coltivarci l’asparago selvatico (asparagus acutifolius), che già vi cresce spontaneamente e ha un suo mercato di nicchia (ma che potrebbe venire opportunamente trasformato per essere disponibile tutto l’anno e ulteriormente valorizzato), e come pascoli per allevamenti di polli rustici. Con sinergie tali da garantire non solo un’integrazione del reddito grazie alla maggiore produttività dei terreni, ma anche un basso impatto ambientale dell’intera attività.
I primi risultati di tale sperimentazione di coltivazione consociata di olivo, asparago selvatico e pollo sono stati illustrati nei giorni scorsi in un convegno a Spoleto, su cui ha riferito anche la rivista online del ministero dell’agricoltura (www.aiol.it). Nel testo di presentazione dell’incontro sul sito web del Parco tecnologico agroalimentare dell’Umbria venivano elencate le seguenti acquisizioni:
- messa a punto di una tecnica innovativa di coltivazione consociata di olivo, asparago selvatico e pollo, capace di migliorare la performance ambientale del processo produttivo complessivo rispetto a quella dei singoli processi produttivi separati e, al contempo, di aumentare la redditività aziendale e per ettaro di superficie;
- riduzione di concimi, diserbanti, trattamenti antiparassitari, antibiotici e conseguente soluzione dei problemi di cattivo odore e inquinamento da nitrati;
- messa a punto di innovazioni economicamente ed ecologicamente vantaggiose per la trasformazione e commercializzazione di prodotti ottenibili da asparagi selvatici e pollo rustico;
- realizzazione di economie di scala nella commercializzazione di più prodotti destinati a mercati simili per caratteristiche simili di alta qualità;
- creazione di prodotti di qualità superiore: in quanto prodotti con sistemi a basso impatto ambientale, allevati/coltivati in ambiente più sano e con uso ridotto di agrofarmaci e medicinali, nonché per la vendita diretta in azienda;
- miglioramento del benessere animale, sia per l'allevamento all'aperto che per il mancato trasporto pre-macellazione;
- creazione di alternative sostenibili, anche economicamente, all'abbandono degli oliveti più marginali.
Il fatto è, come spiegato nell’articolo di Aiol.it, che se all’oliveto con l’asparago si aggiunge il pollo, si innesca una catena di sinergie estremamente efficaci: «il pollo produce pollina (letame) e la distribuisce gratuitamente nell’oliveto, dove non serve più la concimazione, riducendo sia l’impatto (ed il costo) della concimazione, che quello derivante dalla concentrazione di pollina, grosso problema dei grandi allevamenti (che porta a risoluzioni discutibili come la combustione in termovalorizzatori il cui impatto sulla salute umana non è chiaro). L’olivo produce riparo ai polli (da sole, vento e predatori) che intanto lo diserbano (oltre a concimarlo). Il pollo trasforma gli insetti, tra i quali alcuni sono parassiti delle piante coltivate (come la Criocera dell’asparago) in alimento zootecnico, con risparmio di mangimi. Altrettanto vale per le erbe infestanti, distrutte e consumate dal pollo che le trasforma in alimento zootecnico». Senza dimenticare che «si produce alimento di qualità superiore perché il pollo vissuto all’aperto e alimentato con insetti ed erba e senza antibiotici ha una qualità alimentare superiore, senza contare che la macellazione in azienda evita lo stress da viaggio pre-macellazione, aumentando ulteriormente la qualità, oltre al benessere animale, già elevato per il pascolo all’aperto».