A Expo Rurale Giocolivo a cura di Spo del Co.Ri.Pro di Pescia
Il laboratorio Giocolivo, in programma per l’ultima volta oggi a Expo Rurale, fa vedere e toccare con mano ai bambini (e ai familiari) l’invasamento delle talee di olivo in vasi di materiale naturale e biodegradabile. Intervista all’ideatore Pietro Barachini, titolare della Società pesciatina di orticoltura, che fa parte del Consorzio Co.Ri.Pro.
Fra i tanti laboratori che arricchiscono il cartellone dell’Expo Rurale 2012 della giornata finale della manifestazione, domenica 23 settembre, c’è il progetto educativo rivolto ai bambini e alle famiglie “Giocolivo”, la cui ultima puntata è in programma alle 16 nel prato del Quercione di fronte allo stand dell’olivicoltura.
Questo laboratorio consiste nel mostrare l’invasamento delle talee di olivo in vasi in materiale naturale e biodegradabile ed è stato creato per far conoscere alle generazioni future il processo di produzione di una pianta di olivo con metodi a bassissimo impatto ambientale e con materiale completamente riciclato.
All’ideatore del progetto Pietro Barachini, titolare della Società pesciatina d’orticoltura (Spo), che è un’importante azienda produttrice di olivi nel cuore dell’olivicoltura della Toscana e dell’Italia, il territorio di Pescia, abbiamo chiesto di spiegare meglio in cosa consista. Spo fa parte del consorzio Co.Ri.Pro, che associa le primarie aziende di produzione di piante di olivo pesciatine e che produce circa 3 milioni all’anno di ulivi (il 30% destinato al mercato internazionale): un centro di riproduzione di piante costituito da dodici vivaisti che aderiscono a un sistema di certificazione garantito dalla Regione Toscana. «Ogni vivaista – spiega Pietro Barachini - segue i disciplinari sia di certificazione che di produzione riguardanti oli che vanno nell’Igp, perché crediamo molto che l’Igp Toscano possa dare un contributo in più all’olio extravergine».
Può spiegare in parole semplici che cosa è Giocolivo?
«Fa parte di un progetto regionale educativo ed è un laboratorio in cui praticamente insegniamo ai bimbi a invasare le talee di olivo dentro dei vasi ecologici Vipot (sono vasi naturali ottenuti dalla lolla di riso, uno scarto che se fosse bruciato sarebbe tossico e invece in questo caso viene utilizzato per comporre questi vasi). Una volta invasate le talee, gli alunni imparano non solo da cosa deriva la pianta di olivo ma anche che si possono utilizzare materiali differenti dalla plastica».
Concretamente come è articolato il laboratorio?
«Nella prima fase si spiega come viene “costruita” la pianta di ulivo, sia per innesto che per talea con una dimostrazione. E poi si fa fare proprio una invasatura delle talee dentro questi vasetti. Abbiamo il terriccio, abbiamo i vasetti e abbiamo le talee già radicate da inserire dentro. E tutti gli alunni poi porteranno a casa una piantina e la potranno mettere a scuola dandogli un nome. Da ricordare che si tratta sempre di varietà toscane di ulivo».
E’ un debutto per Giocolivo o è già stato sperimentato?
«Questa è la prima volta che si fa. Sto lavorando con questi vasi da un anno e questo è un progetto didattico che ho presentato in Regione sei mesi fa. L’hanno approvato e adesso si sta svolgendo».
Lorenzo Sandiford