Filiera della canapa da fibra: 1000 ettari per farla ripartire in Toscana
Siglato un protocollo di collaborazione tra Coldiretti Toscana e la start-up CanapaFiliera. Muove i primi passi un nuovo percorso agro-industriale lungo la filiera della canapa da fibra made in Italy fra Lucca e Pistoia, all’insegna della sostenibilità. Fabrizio Filippi: «tra gli obiettivi ridurre la dipendenza dai Paesi oggi produttori; individueremo un numero consistente di aree da destinare fin da subito alla coltivazione della canapa sativa». I titolari Vitiello: «scelta la zona tra Pisa e Lucca per il Lago di Massaciuccoli, dove un tempo già si coltivava canapa, candidandolo a diventare il primo polo in Italia. Possiamo produrre un filato di canapa al 100% da economia circolare, così come altri materiali per la bioedilizia ed altri settori».
«Mille ettari per far partire, o meglio ri-partire, la filiera della canapa da fibra in Toscana assicurando così una prima risposta strutturata alla crescente richiesta di materie prime naturali alternative, sostenibili e di qualità, da parte di settori chiave del Paese come l’industria cartaria, l’abbigliamento e la bioedilizia». Viene riassunto in questi termini, in una nota diffusa ieri alla stampa, l’obiettivo del protocollo di collaborazione fra Coldiretti Toscana e CanapaFiliera Srl sottoscritto a Lucca in occasione dell’incontro, sia in presenza che da remoto, tenutosi ieri presso Lucense, organismo di ricerca che gestisce il Distretto Tecnologico Cartario di Regione Toscana.
CanapaFiliera è una start-up con sede a Vecchiano (in provincia di Pisa) che è pronta ad attivare un «innovativo impianto per la lavorazione della canapa ad economia circolare attraverso il quale intende produrre fibra di qualità», recuperando un’antica tradizione, visto che la canapa veniva prodotta in grande quantità in Toscana fino agli anni ’30-’40, prima di essere sostituita progressivamente da altre coltivazioni.
Tra i punti chiave del protocollo: i sementi saranno forniti da CanapaFiliera, mentre la coltivazione sarà a cura dell’azienda agricola; il riconoscimento di un pagamento del quantitativo prodotto al prezzo convenuto nel contratto, anche prevedendo garanzie finanziarie a tutela del produttore. Nel corso dell’iniziativa è stato aperto al pubblico il “Salone della Canapa Green” con l’esposizione delle molte applicazioni della canapa.
«Con i presupposti giusti, che sono quelli di un contratto di filiera con regole chiare che assicurino una adeguata remunerazione alle imprese agricole al di là degli aiuti della Politica Agricola Comunitaria, – ha precisato il Presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi - l’agricoltura può sicuramente diventare protagonista di questa nuova filiera che si pone tra gli obiettivi anche quello di ridurre progressivamente la dipendenza nei confronti dei Paesi oggi produttori. Da parte nostra ci sarà il massimo impegno nel diffondere tra i nostri associati ed individuare un numero consistente di aree da destinare fin da subito alla coltivazione della canapa sativa. In Toscana può nascere qualcosa di veramente importante, sostenibile e a lungo termine. Oggi, con la sottoscrizione del protocollo, abbiamo fatto un primo passo verso questi obiettivi green».
Inserita tra le pratiche colturali ammesse dalla Politica agricola comune (la cosiddetta Pac), tra marzo e luglio, mese in cui viene raccolta, la canapa è una perfetta coltura rotativa per reintegrare il terreno di sostanze preziose e in alcuni casi anche a bonificarlo, e può rappresentare una interessante forma di integrazione al reddito agricolo.
Ad illustrare le caratteristiche e le fasi di lavorazione della canapa del nuovo impianto, ancora in fase di collaudo ma prossimo a partire, sono stati Giuseppe Vitiello e Domenico Vitiello, titolari di CanapaFiliera Srl: «l’impianto nasce dall’esperienza italiana ed è stato concepito per colmare il vuoto che esiste oggi nel nostro paese. La domanda di canapa da fibra c’è, ed è in crescita, manca la materia prima. Abbiamo scelto la zona tra Pisa e Lucca per l’esistenza del Lago di Massaciuccoli, dove un tempo già si coltivava canapa, con la sua grande estensione candidandosi a diventare il primo polo in Italia. La ricerca e gli studi di Lucense oggi ci dicono inoltre che possiamo produrre un filato di canapa 100% da economia circolare senza quindi sprecare nulla così come altri materiali per la bioedilizia ed altri settori. Ci sono nuove frontiere davanti a noi».
L’iniziativa è finanziata nell’ambito della sottomisura 1.2 del Bando PIF AGRO 2017 del Psr 2014-2022 della Regione Toscana.
Redazione