Toscana, caccia: le Atc contestano. Tassazione imposta dalla Regione è illegittima
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I nove presidenti delle Atc Toscane scrivono una lettera all’assessore all’agricoltura Marco Remaschi, preoccupati per la richiesta di versare nelle casse regionali il 10% delle quote di iscrizione agli Atc. La richiesta era già stata anticipata, durante una riunione dello scorso 11 novembre, come forfetaria, ma oggi diventa una cifra ben precisa e più alta del previsto, formalizzata attraverso una legge. La risposta dei nove presidenti: “Gli Atc non sono enti delegati della Regione, sono associazioni che esercitano attività di interesse pubblico su incarico della Regione. La stessa, che incassa le tasse di concessione sul porto d’armi, semmai, dovrebbe destinare una parte di queste risorse agli Atc per sostenerne l’attività”.
A modifica della normativa regionale che disciplina la caccia, è stata approvata dalla Giunta Regionale una proposta di legge che impone di versare il 10% delle quote di iscrizione agli Atc direttamente nelle casse regionali. I presidenti delle Atc Toscane si dichiarano preoccupati per questa nuova tassa, “giustificata come contributo per incentivare lo svolgimento dei compiti della polizia provinciale. Questa richiesta – dichiarano nella lettera – ci era stata anticipata dall’assessore nel corso della riunione tenutasi lo scorso 11 novembre. In quell’occasione la richiesta di contribuzione fu presentata come forfetaria, limitata al solo esercizio 2016 e di un importo dimezzato rispetto ai 900 mila - un milione di euro inizialmente ipotizzati. Nonostante la contrarietà, il coordinamento in quella sede, con grande maturità e sensibilità, si mostrò collaborativo nel far fronte alla probabile emergenza creata dall’attuazione della Riforma Del Rio, con il ritiro delle deleghe alle Province e il passaggio delle competenze alle Regioni”. I presidenti lamentano, dunque, all’unanimità, una mancata risposta collaborativa da parte dell’assessore Remaschi, dichiarando non legittima la tassazione imposta. Gli Atc si definiscono così come enti non delegati della Regione, ma associazioni di interesse pubblico su incarico della Regione, la quale già incassa le tasse di concessione sul porto d’armi. Invece di sostenere le attività esercitate dagli Atp, prosegue la lettera, la Regione li tassa, decidendo in modo “unilaterale” l’entità degli importi e la durata della contribuzione. “Noi confidiamo in un ripensamento – concludono – e nella convinzione che si possa davvero stabilire un percorso di fattivo confronto sulle problematiche sollevate. Per ora quindi continueremo a mantenere un atteggiamento collaborativo e propositivo, ma determinato, su alcuni punti della proposta di modifica della legge sulla caccia che riteniamo poco confacenti alla corretta e coerente gestione del settore faunistico venatorio”.
Redazione Floraviva