Progetto di ricerca per la prevenzione del parassita da quarantena Phytophthora ramorum

in Brevi

E’ promosso dal Comune di Pescia e dal Dipartimento di Scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente (Dispaa) dell’Università di Firenze ed è finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e della Lucchesia.

 
Il Comune di Pescia insieme alla Sezione di Patologia vegetale ed entomologia del Dipartimento di Scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente (Dispaa) dell’Università di Firenze ha avviato da alcune settimane un progetto di ricerca sul tema “Aspetti biologici ed epidemiologici del patogeno da quarantena Phytophthora ramorum nel territorio pistoiese”. Il progetto ha ricevuto lo scorso dicembre il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia
Per il momento non si intravede alcun problema. Grazie all’intervento del servizio fitosanitario della Regione Toscana, allertato dall’Università di Firenze sin dalla scorsa primavera sul rinvenimento in qualche vivaio del pistoiese del microorganismo fitopatogeno Phytophthora ramorum, i pochissimi focolai del parassita sono stati prontamente eradicati. Ma la prudenza è d’obbligo quando c’è di mezzo un patogeno di specie vegetali di interesse sia florovivaistico che forestale
Come spiegano il prof. Salvatore Moricca, responsabile della ricerca per l’Università di Firenze, e il Dott. Fabrizio Salvadorini, direttore dell’azienda speciale Mefit (Mercato dei fiori della Toscana) e referente comunale, questa collaborazione scientifica fra l’ateneo fiorentino ed il Comune di Pescia si prefigge di approfondire le conoscenze sull’oomicete (o pseudofungo) Phytophthora ramorum, temibile parassita invasivo già inserito nella A2 List della EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization), nella consapevolezza che solo se si impara a conoscere il “nemico” è possibile comprendere come meglio contrastarlo.
Il progetto indagherà la biologia riproduttiva e l’epidemiologia del parassita nel territorio della pianura pistoiese, con lo scopo di acquisire informazioni sulla sua capacità di adattamento all’ambiente locale, sul suo rischio di diffusione epidemica, sulle più efficaci strategie di controllo della malattia. Il fine ultimo del progetto è la salvaguardia delle produzioni florovivaistiche, dell’occupazione nel settore, del magnifico ambiente naturale che caratterizza la pianura e la montagna del territorio provinciale.
 
Redazione Floraviva