Prati all’italiana che tollerano il caldo e la siccità
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Il 5 luglio all’Accademia dei Georgofili di Firenze una giornata di studio sul tema “Propagazione di specie macroterme per tappeti erbosi”. Verranno presentati i risultati di un progetto del Ministero delle politiche agricole che ha portato a nuove conoscenze utili alla diffusione di tali specie in ambiente mediterraneo. [Foto di Dan Perry da Wikipedia]
Basta “prati all’inglese” che richiedono continue annaffiature e attenzioni. Come conferma un recente progetto finanziato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, sono sempre migliori le prospettive dei tappeti erbosi che fanno uso di piante macroterme, cioè che prosperano a temperature elevate.
I risultati di tale progetto, che è intitolato “Sistemi avanzati per la produzione vivaistica di tappeti erbosi di specie macroterme ad uso multifunzionale a basso consumo idrico ed energetico”, saranno presentati durante la giornata di studio che si svolge domani mattina all’Accademia dei Georgofili di Firenze, a partire dalle 9,30. E si tratta di nuove acquisizioni molto utili per la diffusione delle specie macroterme da tappeto erboso in ambiente mediterraneo.
Durante l’incontro, che sarà presieduto da Giovanni Serra e Franco Tognoni, interverranno Romano Tesi sul tema “Importanza dei tappeti erbosi e ruolo delle Poacee macroterme”, Marco Volterrani su “I generi di macroterme per i tappeti erbosi nel bacino del Mediterraneo: Cynodon, Paspalum e Zoysia”, Paolo Croce su “Tecniche di propagazione delle macroterme”, Massimiliano Del Viva su “Erbavoglio Hi-Turf: sistema avanzato di propagazione delle macroterme”, Andrea Peruzzi su “Strategie nel controllo sostenibile delle infestanti nell'impianto delle macroterme da tappeto erboso” e appunto Andrea Pardini su “Principali risultati del progetto MiPAAF su tappeti erbosi di macroterme: contributi delle singole unità operative”.
«Gli studi per l’impianto e la gestione dei tappeti erbosi – spiega Romano Tesi - sono stati realizzati principalmente nei Paesi anglosassoni, dove vengono utilizzate soprattutto poacee microterme. Solo di recente nel nostro Paese sono state studiate tecniche che utilizzano specie macroterme, già presenti in ambiente mediterraneo, ma migliorate soprattutto negli U.S.A. Queste piante sono capaci di fornire prestazioni vantaggiose in termini di risparmio idrico e tolleranza alla salinità, alle elevate temperature estive ed alle malattie. L’impiego delle macroterme ibride richiede in molti casi il ricorso a cloni, attraverso la moltiplicazione degli stoloni».