Contro la crisi occupazionale la Cia chiede sostegno alle Pmi
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Cia chiede misure ad hoc per le Pmi agricole e giovani, come la “staffetta generazionale” e la riduzione del costo del lavoro, per far fronte alla crisi occupazionale che nel secondo trimestre porterà in generale ad un calo delle assunzioni pari a –55 mila. Dalle aziende sotto ai 10 addetti è stato creato il 60% dei nuovi posti di lavoro.
Servono subito misure per le imprese e a sostegno dell’occupazione. Tra il record di fallimenti aziendali nel primo trimestre (+12 per cento) e il calo previsto di assunzioni nel secondo (-55mila), è sempre più allarme lavoro. Per questo c’è bisogno di provvedimenti “ad hoc” da parte del governo che, agevolando le Pmi sotto il profilo dei costi, inneschino nuova occupazione tra i giovani. Soprattutto in un settore come l’agricoltura che ha già dimostrato di saper creare posti di lavoro con un incremento del 3,6 per cento del numero di assunti nel 2012, in controtendenza rispetto all’andamento generale.
Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che spiega che gli oneri fiscali, la burocrazia elefantiaca e il “credit crunch” sono i tre iceberg che rischiano di affondare le imprese, in particolare quelle giovani a cui le banche sono più restie a concedere prestiti. Quasi una su due (il 48 per cento) rischia di chiudere i battenti entro i primi cinque anni di attività. Eppure, proprio le piccole e medie imprese sono le più preziose in chiave occupazionale: l’Ue segnala che quasi il 60 per cento dei nuovi posti di lavoro è creato in aziende con meno di 10 addetti. Un assunto ancora più vero in Italia, dove le Pmi rappresentano l’ossatura e il motore del nostro sistema economico e produttivo.
Ecco perché ora attendiamo al più presto, continua Cia, la proposta del ministro Giovannini, con la possibilità della “staffetta generazionale” anche al mondo agricolo. Ma non basta: alle aziende servono agevolazioni fiscali e contributive e, soprattutto, una riduzione del costo del lavoro. Basti pensare che nel nostro le aliquote a carico dell’imprenditore agricolo per l’assunzione di manodopera sono pari al 35 per cento circa, contro il 12 per cento del Regno Unito, il 13 per cento della Francia o il 15,8 per cento della Spagna.
Fonte Ufficio Stampa