Cia: il maltempo gela le primizie e fa slittare le semine

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La Cia, Confederazione italiana agricoltori, in allarme per gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti che danneggiano le coltivazioni. Dopo la seconda estate più calda di sempre, ora il marzo più freddo degli ultimi 50 anni sta gelando primizie primaverili quali fragole, fave, carciofi, asparagi e fa slittare in avanti le semine degli ortaggi estivi.

Nelle campagne non ci sono più le mezze stagioni. Sempre più spesso ormai i cambiamenti climatici stravolgono i tempi dell’agricoltura, con effetti diretti sulle colture. Se quest’estate le temperature tropicali e il caldo prolungato fino a ottobre hanno imposto ai produttori di anticipare le raccolte, dall’uva al grano fino alle olive, ora quest’inverno che tarda a finire fa slittare in avanti le nuove semine e “gela” le primizie. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti, soprattutto agli occhi dei nostri agricoltori che si trovano costretti a cambiare i calendari “classici” del lavoro nei campi - sottolinea la Cia -. Negli ultimi anni gli eventi climatici estremi non sono più così rari e ci siamo abituati a stagioni da “record”: l’estate 2012 è stata la seconda più calda di sempre e ora questo marzo è il più freddo dell’ultimo mezzo secolo.
E le conseguenze di questa tardiva ondata di maltempo sull’Italia, con gelo e neve al Nord e piogge violente al Centro-Sud, ancora una volta si abbattono prima di tutto sul settore primario. Finora i danni maggiori - spiega la Cia - si riscontrano sui terreni argillosi, che trattengono l’acqua in superficie. Qui le piogge violente degli ultimi giorni hanno provocato allagamenti estesi, che impediscono tutti quei lavori in campo che preparano le semine: dall’aratura alla fresatura del suolo. Con uno slittamento in avanti delle operazioni di semina degli ortaggi estivi.
Il gelo invece sta mettendo a rischio le primizie primaverili come fragole, carciofi, asparagi e fave, tutte colture che si trovano nella fase finale della crescita, che è anche la più delicata - sottolinea la Cia -. Ora temperature così rigide alla fine di marzo possono danneggiarle irrimediabilmente pregiudicandone la raccolta.

Fonte Ufficio Stampa