La certificazione Fair Flowers Fair Plants ha debuttato in Italia

kitty de bruyn

Il sistema di certificazione della sostenibilità ambientale ed equità sociale lungo la filiera florovivaistica (dai floricoltori ai fiorai) Fair Flowers Fair Plants, lanciato dall’Olanda e valido sia per fiori recisi che piante in vaso, si è affacciato per la prima volta in Italia a Genova durante la Europa Cup di Florint. Come ci ha spiegato Kitty de Bruyn, market manager di FFP, nessun soggetto della filiera italiana ne fa ancora parte, anche se 30 produttori aderiscono alla certificazione ambientale MPS.

Un sistema di certificazione e tracciabilità che assomma i requisiti della sostenibilità ambientale e quelli dell’equità sociale lungo tutta la filiera del florovivaismo: dai produttori di piante o di fiori recisi passando per i commercianti  fino ai fioristi. Si chiama Fair Flowers Fair Plants (Fiori Equi Piante Eque), in sigla FFP, e poggia su una fondazione con base a Honselersdijk in Olanda che ha come scopo la diffusione del rispetto dell’ambiente e di eque condizioni di lavoro nell’ambito del florovivaismo.
In Italia non ha ancora attecchito, nel senso che nessun floricoltore né commerciante di fiori né fioraio italiano se ne può fregiare. Eppure potrebbe essere allettante, visto l’interesse che suscitano sul mercato i prodotti con certificazioni ambientali e di equità. Forse anche per questo, durante la manifestazione tenutasi al porto antico di Genova nei giorni scorsi per l’Europa Cup 2016 dei fioristi di Florint, Fair Flowers Fair Plants era presente, per la prima volta in Italia, con una postazione. Abbiamo chiesto al market manager Kitty de Bruyn, incontrata durante la conferenza stampa di Florint del 9 aprile, di introdurci brevemente nell’universo FFP.
Come è nato il sistema Fair Flower Fair Plants?
«Il sistema FFP risale a 10 anni fa, ma da circa 3 anni si è unito con il sistema di certificazione MPS (per la qualità sostenibile nel settore orto-florovivaistico, ndr). Il sistema MPS è, sostanzialmente, un sistema di certificazione della sostenibilità per i produttori di piante e fiori basato sulla registrazione in base a una serie di requisiti in termini di fitofarmaci impiegati, livello dei consumi energetici e dell’acqua, ecc. Si possono raggiungere differenti status: dal migliore MPS A, al peggiore MPS C. Per entrare nel sistema Fair Flower Fair Plants un produttore deve avere una certificazione ambientale di status MPS A, il più alto, nel sistema MPS. E deve anche avere una certificazione sociale. Questi due standard ambientale e sociale, insieme, definiscono una etichetta di sostenibilità».
Mi può spiegare meglio chi può ambire all’etichetta FFP?
«Tutti gli attori della filiera (produttori, grossisti e fiorai) possono essere membri di FFP. Il sistema consente al consumatore di conoscere le informazioni relative alla provenienza del singolo prodotto…».
Quanti sono i fiorai e i produttori che hanno aderito al sistema FFP?
«Nel mondo 140 produttori, circa 50 grossisti e intorno al migliaio di fiorai. In Italia nessuno (Anche se c’è una trentina di produttori che hanno il MPS ambientale). Ma esistono grossisti stranieri che possono consegnare fiori certificati FFP in Italia».
Come mai siete a Genova per l’Europa Cup?
«Siamo qua per raccontare ai fioristi internazionali e italiani in gara la storia di FFP e che anch’essi potrebbero raccontarla ai consumatori, essi potrebbero raccontare che i prodotti certificati FFP sono coltivati nel rispetto della natura e nel rispetto delle condizioni di lavoro nei vivai».
Quali sono i vantaggi commerciali dei prodotti FFP, avete dei dati in proposito?
«C’è stata una ricerca in Germania e il risultato è che se i fiorai propongono prodotti sostenibili, prodotti FFP, ai consumatori, il 10% di questi vogliono comprare più prodotti sostenibili. Ma è necessario spiegare di che si tratta, dare informazioni ai consumatori».
Quanto costa aderire al sistema FFP?
«Per i fioristi costa 95 euro all’anno e…».
Ma ci sono vincoli, che so, su una percentuale di piante e fiori FFP da vendere?
«No, ma bisogna venderne di prodotti FFP. Tutti i negozi di fiorai membri sono visibili nel sito web  www.fairflowersfairplants.com ».
Ai produttori quanto costa aderire?
«Dipende da quanto grande è, dalle dimensioni dell’azienda, ma si sta tra i 95 e i 500 euro all’anno».
E quali sono, in sintesi, gli obblighi del produttore?
«Se il produttore diventa un produttore FFP deve produrre solo in maniera sostenibile ed equa, ma i suoi prodotti possono essere venduti a chiunque li voglia (non solo a commercianti FFP, ndr), ma…».
Dunque il sistema vale sia per fiori recisi che per piante in vaso, vero?
«Sì, anche per ortaggi».
Ha qualche spiegazione sul perché nessun soggetto italiano della filiera florovivaistica è entrato in FFP?
«Intanto va ricordato che in Italia ci sono 30 produttori con la certificazione MPS. Mah, io credo che l’etichetta sia ancora sconosciuta, penso che il problema sia questo».
Il sistema Fairtrade è un vostro concorrente?
«In parte, ma è più rivolto alla parte sociale e ai Paesi in via di sviluppo».

Lorenzo Sandiford