Un fiore per... la storia botanica: il ritorno del Silphium dopo 2.000 anni

Un fiore per... la storia botanica: il ritorno del Silphium dopo 2.000 anni

 Il silphium, pianta leggendaria amata da Greci e Romani per le sue proprietà medicinali e culinarie, potrebbe essere tornato dopo 2.000 anni. Una scoperta in Turchia da parte del ricercatore Mahmut Miski ha riacceso la speranza di riportare in vita questa antica meraviglia della storia botanica.

 

La riscoperta del silphium è un evento straordinario per la storia botanica. Prima dell’ascesa di Atene e dell’Impero romano, il silphium era una delle piante più preziose del bacino mediterraneo. Celebrata per le sue proprietà medicinali e gastronomiche, era considerata una panacea dai medici della Grecia antica e un ingrediente insostituibile dai cuochi romani. La pianta era così preziosa che, sotto il regno di Giulio Cesare, veniva conservata insieme all’oro negli scrigni imperiali di Roma, e i suoi giovani germogli avevano un valore pari all’argento. Il silphium cresceva esclusivamente lungo la costa della Cirenaica, nell’attuale Libia. La sua popolarità portò al suo sfruttamento e alla sua apparente estinzione dopo sette secoli di coltivazione. Gli scrittori antichi, come Plinio il Vecchio, raccontano di come l'ultimo stelo fu donato a Nerone, segnando la fine della pianta leggendaria. Per secoli, il silphium è rimasto un mistero affascinante. Considerato la prima estinzione documentata di una specie vegetale, divenne un simbolo delle conseguenze della sovraesposizione umana. Tuttavia, una recente scoperta potrebbe riscrivere questa narrativa. Mahmut Miski, professore di farmacognosia all’Università di Istanbul, ha studiato per decenni piante del genere Ferula. La sua attenzione si è concentrata su Ferula drudeana, che cresce nei monti della Cappadocia, in Turchia, e che ha sorprendenti somiglianze con il leggendario silphium.

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Miski scoprì questa pianta nel 1983, quando due ragazzi lo condussero su un sentiero di montagna fino a un campo di Ferula straordinariamente alta. Successive analisi rivelarono che solo un altro esemplare della specie era stato catalogato nel 1909. Ferula drudeana è una pianta chimicamente interessante, con più di 30 composti, tra cui alcuni con proprietà anticancro, anticoncezionali e anti-infiammatorie.

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Ma il vero test per stabilire se questa pianta sia davvero il silphium dell’antichità potrebbe avvenire in cucina. Il silphium era amato dai cuochi romani per il suo sapore unico, presente in molte ricette. Miski e altri ricercatori hanno proposto di testare Ferula drudeana in antiche ricette romane, per verificarne il sapore. Durante un esperimento culinario all'Orto Botanico di Istanbul, gli scienziati hanno utilizzato Ferula drudeana per preparare piatti romani. Il risultato è stato sorprendente: i sapori ricordavano quelli descritti nei testi antichi, rafforzando l’ipotesi che possa trattarsi davvero del silphium.

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Questa riscoperta ha implicazioni importanti non solo per la botanica, ma anche per la medicina moderna. Le proprietà chimiche di Ferula drudeana sono straordinarie: potenziali effetti anticancro e anticoncezionali la rendono una frontiera per la ricerca farmacologica. Tuttavia, la pianta è ancora rara. Esistono solo circa 600 esemplari di Ferula drudeana al mondo, metà dei quali crescono in natura. Per evitare una nuova estinzione, sarà necessario proteggere attentamente questi esemplari e promuovere la coltivazione su larga scala. Il ritorno del silphium è anche un’opportunità per ripensare il nostro rapporto con la natura. La sua estinzione fu una delle prime conseguenze del sovrasfruttamento umano. Oggi, con la crescente consapevolezza ambientale, il silphium potrebbe diventare un simbolo della necessità di proteggere le specie in via di estinzione e gestire le risorse naturali in modo più sostenibile. Se confermato, il silphium potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per studi e applicazioni, restituendo al mondo un’antica meraviglia considerata perduta per sempre.

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Redazione