Un fiore per… l’anno 2021
Per il National Garden Bureau, organizzazione non-profit statunitense che promuove la diffusione delle piante nelle case, nei giardini e nei luoghi di lavoro, questo è l’anno dell’«Hardy Hibiscus», l’ibisco resistente al freddo: «piante favolose a crescita rapida che esplodono con fiori simili a girandole delle dimensioni di piatti nella tarda estate» e che, anche se spesso confuse con le loro cugine tropicali, sono in grado di sopravvivere a diversi gradi sotto zero. Appartenenti al genere di piante fiorite Hibiscus, gli Hardy Hibiscus, come ricorda il National Garden Bureau, sono «ibridi riconducibili principalmente alla specie Hibiscus moscheutos», specie che «può essere trovata in crescita naturale nelle zone umide e lungo le rive dei fiumi in tutto il Midwest e la costa orientale, estendendosi fino al Texas e alla Florida». Un insieme di piante che include dunque specie native del Nord America (oltre a Hibiscus moscheutos anche Hibiscus laevis) e ibridi derivati da tali specie.
Ma Floraviva vuole considerare come “Un fiore per… l’anno 2021” tutto il genere Hibiscus, non solo il sottoinsieme selezionato dal Garden Bureau. Questo sia perché da noi in Italia le specie più diffuse come piante ornamentali sono in primis l’Hibiscus syriacus (nella foto) e secondariamente l’Hibiscus rosa-sinensis, non gli Hardy Hibiscus, e poi perché altre notizie che lo rendono attuale quest’anno non hanno a che fare nello specifico con quest’ultima classe di ibischi diffusi in Nord America.
Riguardo al genere Hibiscus, va ricordato innanzi tutto che comprende alcune centinaia di specie, 240 per Wikipedia italiana. E molteplici sono i significati e le simbologie a seconda della dell’area geografica, della cultura, della specie o del colore. Nelle sintesi di giardinaggio.net e giardinaggio.org, mentre in Europa è considerato il simbolo di una bellezza fugace, fragile e delicata da preservare, in America è associato alla fecondità e devozione e viene regalato alle spose. Dal 1923 il fiore dell'ibisco è il simbolo ufficiale dello stato delle Hawaii, dove esprime il buon auspicio e viene intrecciato in ghirlande colorate donate ai turisti. Nella tradizione, le donne hawaiane ne portano uno appuntato dietro all'orecchio: il sinistro se sono single, il destro se impegnate. In Cina, invece, l’albero e il fiore hanno due significati diversi: il primo incarna fama e ricchezza e viene regalato al compimento di un percorso di studi o una promozione sul lavoro; il secondo ha un valore propiziatorio di future nozze. Nella religione indù, invece, è il fiore sacro offerto a Kali e a Ganesha.
Venendo alle specie ornamentali più diffuse in Italia, ricordiamo che l’Hibiscus syriacus, originario della Cina ma raccolto in giardini siriani, come ricorda Wikipedia inglese, è il fiore nazionale della Corea del Sud ed è citato nell’inno nazionale sud-coreano. Si propaga sia tramite semi che tramite talee. Le piante di questa specie, rustiche e resistenti al freddo, dalle fioriture estive bianche, rosa, viola e lilla, sono impiegate quali piante ornamentali nei giardini, come alberelli isolati o come siepi, oppure in vaso nei terrazzi. Da luglio a ottobre producono fiori di 7/8 cm che durano circa un giorno ma vengono continuamente sostituiti. Questa pianta tollera temperature fino a -20 gradi centigradi, ma gradisce climi caldi e temperati. Negli anni sono state sviluppate centinaia di cultivar dai colori più vari, monocromatiche o variegate, a fiore singolo o doppio.
La specie Hibiscus rosa-sinensis, anch’essa probabilmente originaria della Cina, è il fiore nazionale ufficiale della Malesia, dove viene chiamato “bunga raya” (fiore grande), ma informalmente anche di Haiti, dove viene molto usata nelle promozioni turistiche. Normalmente raggiunge i 3 metri di altezza, ma nei paesi d'origine (la Cina) può arrivare a 10 metri. Trattandosi di una pianta molto versatile, l’Hibiscus rosa sinensis si adatta sia alla coltivazione all’aperto sia a quella in vaso. Ama la luce solare, ma non diretta, per cui d’estate meglio mettere i vasi in luoghi riparati dal sole. D’inverno tenerlo in ambienti a temperature tra i 10° C e i 13° C. Esistono più di 1000 cultivar di questa specie.
Ma, dicevamo, a rendere attuale l’Hibiscus quest’anno contribuiscono anche notizie e articoli da fonti nostrane, non solo made in Usa. Come messo in luce, ad esempio, da un recente articolo su “Cook – racconti di cucina” del Corriere della Sera, l’ibisco, sebbene più famoso come pianta ornamentale che colora tanti giardini e adornava le donne tahitiane dipinte da Gauguin, è un vegetale molto versatile che può essere usato in cucina in tanti modi: per le insalate, i dolci, la granita e i drink. In particolare grazie alle piante della specie Hibiscus sabdariffa, detta “Rosella” o “Karkadè”, probabilmente originaria dell'Africa occidentale, le cui foglie sono una buona fonte di polifenoli. Da esse si ricavano, essiccando i calici dei fiori, delle bevande note come “tè di ibisco” o “Carcadè”.
L’Informatore della Coop di Firenze, invece, in un recente pezzo su come coltivare l’ibisco sottolinea che «è amato dalle api, che lo visitano sia per il polline sia per il nettare, e pure le farfalle ne sono attratte», per cui «tenerne uno in giardino è favorevole all’ecosistema». Inoltre si sofferma sulla specie Hibiscus palustris, di origine europea, nota in Italia come ibisco palustre, che vive in zone umide e paludose, come stagni e laghetti, ed è diffuso in Italia «prevalentemente in Lombardia, Veneto, Toscana e Lazio». Essa può crescere fino a 2 metri di altezza e «si adorna di grandi fiori bianco rosati che arrivano a oltre dieci centimetri di diametro».
Infine, quasi a contrassegnarne simbolicamente per quanto casualmente l’attualità, come reso noto da Askanews il 30 luglio, una casa editrice fiorentina, Tessere, è tornata a pubblicare un romanzo di Elena Gianini Belotti intitolato Il fiore dell’ibisco. Sì, forse il 2021 è proprio l’anno dell’Hibiscus, sia oltreoceano che da noi.
L.S.