Un fiore per… Giampiero Maracchi

Lo scienziato del clima Giampiero Maracchi è deceduto in seguito a una malattia nella sua Firenze. La notizia è stata data ieri dall’Ansa e oggi ha trovato spazio in tutte le testate. La morte di Maracchi rappresenta una gravissima perdita non solo per il mondo della climatologia italiano e internazionale, ambito in cui ha dato importanti contributi scientifici e pragmatici, ma anche per tanti altri settori e più in generale per tutta la società toscana. Maracchi è stato infatti un uomo di cultura e di azione impegnato su molti fronti (vedi anche articolo su Valdinievole+News) e si è sempre cimentato nella divulgazione, diventando, grazie alla sua disponibilità e capacità di esprimersi in maniera semplice ed efficace, la fonte privilegiata della stampa regionale (e non solo) in fatto di notizie meteorologiche e fenomeni climatici.
A Floraviva lo ricordiamo soprattutto come agrometeorologo e presidente dell’Accademia dei Georgofili, e come figura per la quale l’espressione generalmente abusata “capacità di coniugare innovazione e tradizione” era invece pertinente, dal momento che all’impegno per la diffusione delle novità scientifiche e la loro applicazione alla soluzione dei problemi concreti della società e dell’agricoltura ha sempre affiancato un interesse fortissimo per la salvaguardia del patrimonio ambientale (tanto che definirlo ambientalista non è azzardato) e di quello storico-culturale (con la promozione ad esempio dell’Osservatorio dei mestieri d'arte di Firenze, che si occupa di attività d’artigianato artistico a rischio d’estinzione o comunque sotto pressione per via della concorrenza dell’industria).
Per ricordarlo, su idea dell’editore Andrea Vitali, abbiamo scelto un fiore meteoropatico, nel senso che il suo aspetto è strettamente legato alle condizioni atmosferiche. Si tratta di un fiore che, come spiegato tempo fa in un articolo dell’Ansa, «cresce in zone molto umide di montagna e solamente in tre parti del mondo, nelle regioni più fredde del Giappone dove abbonda (Hokkaido), in Cina e sui monti Appalachi negli Stati Uniti». Viene chiamato Skeleton Flower, cioè “fiore scheletro”, ma la sua denominazione scientifica è Diphylleia grayi (laddove Diphylleia è un gruppo di piccole erbe della famiglia delle Berberidaceae classificate come genere nel 1803). Si può riconoscere per le grandi foglie a forma di ombrello, ma a renderlo unico in quanto meteoropatico è il fatto che i suoi petali bianchi, quando si bagnano per la pioggia, diventano trasparenti quasi fossero di cristallo, per poi ritornare bianchi come prima, non appena asciugati.

L.S.