Cia a Coldiretti: "fate passare per comune un interesse di parte"
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in Lettere
Per il presidente di Cia Pistoia Sandro Orlandini la posizione di Coldiretti a difesa dell’operato del presidente del Comitato del distretto floricolo Lucca-Pistoia è scontata, visto che Carmazzi è un esponente di spicco di Coldiretti. Orlandini insiste che se Carmazzi non ha la sensibilità di capire che farebbe meglio a dimettersi, almeno revochi la convenzione con Anve, come già richiesto da Cia e Confagricoltura, perché priva dei necessari requisiti di collegialità e ingiustificata sul piano dei contenuti, nonché dannosa per il futuro e il ruolo del comitato di distretto.
Procede il confronto sulle sorti del distretto floricolo interprovinciale Lucca-Pistoia tra Cia Pistoia capitanata da Sandro Orlandini e la Coldiretti di Lucca dietro al proprio esponente Marco Carmazzi, presidente del distretto.
Pubblichiamo qua sotto integralmente il comunicato inviato oggi da Cia Pistoia in risposta all’articolo pubblicato stamani da Report Pistoia (clicca per leggere l'articolo), basato su un comunicato di Coldiretti Lucca che anche Floraviva ha ricevuto e pubblicato integralmente (clicca per leggere l'articolo).
«Mi spiace portare avanti questa diatriba con Coldiretti e il suo esponente Marco Carmazzi alla guida del distretto floricolo Lucca-Pistoia e capisco che per Coldiretti le scelte di Coldiretti (in questo caso la convenzione con Anve) dovrebbero essere accettate da tutti fideisticamente come il bene assoluto. Ma in una democrazia plurale anche in campo economico le cose non funzionano così, anche perché non è vero che le scelte di Coldiretti siano sempre le migliori o disinteressate, come Coldiretti cerca di far credere. Ciò vale a maggior ragione in un organo di natura collegiale quale il distretto floricolo, entro il quale, prima di deliberare, bisogna informare e poi ascoltare quello che hanno da dire tutte le parti in causa, che possono avere visioni più o meno diverse, e magari a ragione, su quali siano le linee d’azione più efficaci per il florovivaismo del distretto e che garantiscono meglio il futuro della generalità delle aziende del settore. La nostra difesa di questi elementari principi di democrazia e di buon senso, prima ancora che della necessità di rispettare il regolamento del distretto, non può essere fatta passare, rigirando la frittata, come difesa di interessi di parte: non siamo stati noi di Cia e Confagricoltura a proporre, quasi alla chetichella, un accordo con associazioni private a noi vicine».
E’ quanto dichiara il presidente di Cia Pistoia, Sandro Orlandini, in risposta a un articolo uscito oggi su Report Pistoia attraverso il quale Coldiretti difende l’operato del presidente del Distretto floricolo interprovinciale Lucca-Pistoia, Marco Carmazzi, un floricoltore di spicco aderente alla Coldiretti, a cui Orlandini con un comunicato del 16 febbraio aveva suggerito di dimettersi e chiesto, in ogni caso, di revocare la convenzione siglata dal distretto con Anve senza avere fatto prima vedere il testo a tutti gli altri membri del comitato di distretto, come invece stabilisce l’articolo 2 del Regolamento del distretto che gli avrebbe imposto di dirigere e coordinare l’attività del comitato di distretto «assicurando la collegiale responsabilità di decisione».
«L’appoggio di Coldiretti a Carmazzi – continua Orlandini replicando all’articolo di Report Pistoia – non è una novità, visto che c’è stato sin dall’inizio di questa vicenda ed è stato ribadito con le votazioni del comitato di distretto. Del resto Carmazzi è un esponente di Coldiretti: come poteva essere diversamente? Insisto quindi a suggerirgli di dimettersi e comunque, se non ha la sensibilità per farlo, di revocare la convenzione con Anve, come è stato richiesto nella lettera di diffida del 3 novembre scorso di Coldiretti Toscana Nord e Confagricoltura Lucca».
«Forse Coldiretti – ha proseguito Orlandini - è stata fuorviata dall’estrema sintesi dell’articolo di Report Pistoia di ieri, che gli ha impedito di leggere alcuni passaggi chiave del mio ragionamento, contenuti nel comunicato stampa originale (e se Coldiretti vuole, glielo invierò), ma i punti sono i seguenti: a) il modo in cui si è arrivati alla convenzione senza la necessaria collegialità e nemmeno il rispetto del galateo istituzionale; b) la circostanza che non siano state discusse, per molti dei servizi compresi nella convenzione, le alternative esistenti rispetto ad Anve, sulle cui capacità non possiamo nemmeno esprimerci perché sono ancora tutte da dimostrare e le cui finalità associative sono quanto meno ambigue (fra sostegno all’export dei vivaisti ornamentali e assistenza a 360 gradi a tutti i florovivaisti); e, infine, c) il fatto che, se si delegassero ad Anve, come era previsto nella prima versione della convenzione (l’ultima non ci è ancora stata fatta vedere, alla faccia della trasparenza!), funzioni quali “assicurazione crediti, assicurazioni contro le calamità naturali, consulenza legale, fiscale e contabile, consulenza per l’efficienza energetica delle aziende, agevolazioni per l’accesso al credito, sviluppo di software gestionali, marketing e internazionalizzazione”, in pratica dismetteremmo diverse delle funzioni che noi di Cia e Confagricoltura (non so a questo punto se sia così anche per Coldiretti) già forniamo, e forse a costi minori, alle nostre imprese associate».
«Insomma – conclude Orlandini -, vista la vicinanza di fatto di Coldiretti e Anve, una vera e propria invasione di campo sotto mentite spoglie nel settore florovivaistico. Altro che pallone portato via ed arbitro! Chi sarebbe l’arbitro? Coldiretti? Carmazzi? Non scherziamo, la convenzione così non va, perché esautorerebbe Cia, Confagricoltura in molte funzioni e forse persino il comitato di distretto, il cui ruolo verrebbe fortemente condizionato dall’esterno da un’associazione privata come Anve. No, così non va: non facciamo passare per buona politica di settore un’operazione tutt’altro che innocente nel campo della rappresentanza florovivaistica».
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