Risposte per mantenere il primato internazionale
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in Il vivaista
Con oltre 3 mila specie e varietà di piante coltivate, un know how di livello ineguagliabile e una capacità commerciale che si estende in tutta Europa e oltre i suoi confini, il Distretto Vivaistico di Pistoia ha una posizione di leadership assoluta nel comparto delle piante da giardino. Tuttavia, anche per effetto del Covid e del conseguente diffondersi fra i cittadini dell’Unione Europea della passione per il verde, negli ultimi anni sta aumentando l’interesse e la concorrenza del vivaismo internazionale anche sul terreno delle piante da esterno. Ciò richiede risposte, soprattutto in una fase in cui si assiste ad un significativo calo della domanda per le ragioni economiche e geopolitiche che tutti conosciamo. Come deve reagire il Distretto a questa sfida per non intaccare la sua competitività e mantenere il primato? Non esiste una formula magica, ma tante ricette concrete che il Distretto, con l’Associazione Vivaisti Italiani (AVI) che presiedo, sta seguendo attraverso una serie di iniziative, fra cui quelle raccontate in questo numero della nostra rivista. Mi limito a sottolinearne alcune. A cominciare dalla capacità di coesione, di essere distretto fino in fondo, che è ciò che ci ha permesso di raggiungere l’attuale primato. Ebbene questo significa anche saper insistere sui rapporti di fornitura fra i vivai del nostro territorio senza farsi fuorviare da sirene fuori distretto. Questo significa pure saper unire le forze in investimenti comuni a vantaggio di tutti, come ben testimoniato dalla costituzione di Pistoia Fitolab: la società che gestirà il Laboratorio di autocontrollo fitosanitario che ci consentirà di certificare come sane le nostre piante e di renderle ancora più appetibili su tutti i mercati. Un’altra ricetta consiste nel rendere più eco-sostenibili i processi produttivi dei vivai, fronte su cui siamo all’avanguardia per il sempre più diffuso impiego della pacciamatura nei vasi al posto dei diserbanti, per l’oculata gestione delle risorse idriche, per il riuso degli scarti agricoli e per il nuovo progetto di riciclo dei vasi di plastica con Revet. E lo saremo ancora di più tramite altri progetti allo studio con l’obiettivo di un vivaismo non solo eco-sostenibile, ma davvero all’insegna dell’economia circolare. Fondamentale è anche il supporto pubblico nel creare le condizioni necessarie allo svolgimento economicamente sostenibile della nostra attività. Così, dopo lo sblocco della normativa regionale sulle serre temporanee, ci aspettiamo che esso venga ratificato anche dall’amministrazione comunale. E siamo in attesa di un nuovo regolamento urbanistico che consenta ai vivai di superare il limite del 30% della superficie a vasetteria. Infine, è indispensabile, per prevenire e contrastare eventuali iniziative estere di concorrenza sleale, avere voce nelle sedi europee. Per questo, a seguito di un’intesa con ANVE per la promozione del comparto, abbiamo ottenuto l’ingresso con un membro votante, in ENA, l’associazione europea dei vivaisti. E, più recentemente, abbiamo stretto i rapporti con l’Agenzia ICE per il commercio estero.
Alessandro MIchelucci