Il cambiamento climatico non aspetta: necessario velocizzare e superare la burocrazia
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in Il vivaista
L'innovazione e la sostenibilità sono cruciali per il vivaismo italiano, unitamente alla necessità di affrontare il cambiamento climatico che impatta sui cicli colturali e quindi sull'economia del settore, la concorrenza, la politica, il sociale e l'ambiente. È quindi fondamentale muoversi con rapidità ed efficienza, come ha dimostrato l'Olanda, nostro competitor n°1.
Nel primo dopoguerra, l'Olanda conquistò rapidamente il mercato del florovivaismo investendo in ricerca e sviluppo, ibridando varietà resistenti e attrattive, e adottando monocolture intensive e serre tecnologiche. Hanno destagionalizzato la produzione, implementato un'efficiente logistica con il sistema delle aste e aggiornato costantemente le tecnologie, internazionalizzando i propri sistemi. Anche oggi, gli olandesi si stanno riconvertendo altrettanto velocemente, soprattutto dal primo Covid in avanti, verso settori più sostenibili come il vivaismo, che offre benefici ambientali significativi e una domanda, soprattutto in prospettiva, più interessante. In Italia, leader europeo nel vivaismo con il 65% della produzione di Pistoia destinata all'export, dobbiamo ancora discutere se produrre piante da foreste debba essere limitato alle aree montane o esteso ai vivaisti, vista la domanda di piante del Green Deal alla quale mai riusciremo a far fronte entro il 2030. Le nostre amministrazioni sono all'ultimo posto in Europa per l'acquisto e la manutenzione del verde pubblico, un paradosso in un paese dove il verde è parte integrante del nostro paesaggio e rappresenta il biglietto da visita del Made in Italy nel mondo. Per questo è essenziale che la politica intervenga immediatamente con supporti concreti sul fronte autorizzativo e della sburocratizzazione. Il rischio di perdere i fondi del PNRR e le opportunità legate ad abbattere una delle maggiori fonti di costo nazionale, l'energia (vedi agrovoltaico e fonti rinnovabili in genere), a causa delle lungaggini burocratico amministrative e complessità di accesso a queste forme di finanziamento, è purtroppo reale e preoccupante.
Andrea Vitali