Audizione di Confagricoltura sul florovivaismo al Senato: le richieste

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Tra le istanze di Confagricoltura intorno al ddl sul florovivaismo, la previsione di una differenziazione nel Piano di settore fra vivaismo e floricoltura, l’autorizzazione di distretti solo in aree davvero vocate, evitare la proliferazione di marchi senza una valutazione dell’impatto su quelli esistenti. Giansanti: i risultati ottenuti dal settore durante la pandemia frutto della collaborazione di tutti. Il valore alla produzione del florovivaismo italiano è di 2,6 miliardi di euro e la bilancia commerciale ha un saldo attivo di oltre 400 milioni di euro.


Nel corso dell’audizione di ieri pomeriggio in Commissione Agricoltura al Senato, per la discussione sul disegno di legge “Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico”, Confagricoltura ha ribadito l’importanza del verde e dei suoi numerosi effetti positivi sul paesaggio, sulla salute dei cittadini, sul benessere della collettività e sull’occupazione.
«Abbiamo sempre lavorato per rafforzare i rapporti con le altre organizzazioni perché siamo convinti che per arrivare lontano si debba lavorare in una logica di collaborazione – ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenuto all’audizione – E proprio grazie alle alleanze sono stati raggiunti risultati importanti, come il bonus verde: uno strumento importante, oggi da migliorare ulteriormente a nostro avviso, ma che è un passo avanti per sostenere un comparto duramente colpito dagli effetti del covid-19». Idem per altri risultati quali le aperture durante il lockdown, non solo dei produttori ma poi anche degli operatori del commercio e dei manutentori del verde, e l’esonero contributivo parziale per i vivaisti e altri comparti agricoli.
In merito al disegno di legge “Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico”, che per Confagricoltura costituisce un’opportunità unica per un riassetto complessivo e il rilancio definitivo del settore florovivaistico riconosciuto come settore di rilevanza strategica, l’Organizzazione ribadisce alcuni punti essenziali:
- la definizione di attività agricola florovivaistica deve strettamente richiamarsi ai principi contenuti nell’articolo 2135 c.c. ed anche i riferimenti alle altre attività (manipolazione in primis) devono comunque rinviare al concetto di connessione alla attività di produzione vegetale come anche la definizione dei centri di giardinaggio;
- i distretti devono essere rappresentativi di realtà davvero vocate;
- la necessità di evitare la proliferazione di nuovi marchi e valutarne le conseguenze rispetto a quelli esistenti, che potrebbero essere danneggiati;
- occorre prevedere una differenziazione, nel Piano di settore, tra misure ed interventi per il comparto floricolo e vivaistico.
«Il settore florovivaistico ha sempre avuto un ruolo centrale nell’economia per Confagricoltura – è dichiarato nella conclusione del comunicato post audizione -. Oggi, nonostante l’inevitabile flessione dovuta al Covid-19, il settore rappresenta un valore alla produzione di oltre 2,6 miliardi di euro ed un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 400 milioni di euro per un totale di 27 mila imprese che danno lavoro ad oltre 100mila addetti».


Redazione