Patrice Taravella nei giardini di Babilonia

La grande capacità di ristrutturare del paesaggista francese Patrice Taravella in questo progetto in Sudafrica, dove ha ricreato un vero giardino di delizie dove quasi tutto si può mangiare.

I giardini di Babilonia un mito? No, una realtà. Se capitate sulla strada del vino in Sudafrica, a circa 60 km da Città del Capo, potete imbattervi in una delle 7 meraviglie di questa zona, il Babylonstoren. Non lontano dall’affascinante e pacificamente dinamica cittadina di Franschhoek, nel cuore dei leggendari vigneti in cui regnano lo Chardonnay e il Pinot Noir, si trovano i giardini Babylonstoren, che prendono il nome da una vicina montagna. Intorno alla fattoria “Cape Dutch” in stile olandese del XVII secolo, dietro muri imbiancati a calce, si nascondono questi giardini che regalano uno scenario da cartolina. I giardini sono ornamentali ma anche “nutrienti”, un’eccezione paesaggistica avida e golosa in uno scenario montuoso.
Per realizzare questo sogno si sono rivolti al paesaggista francese Patrice Taravella, famoso per i suoi favolosi giardini presso il priorato di Notre Dame d’Orsan, non lontano da Châteauroux nel Limosino. Taravella ha eseguito con maestria la ristrutturazione, trasformando le terre abbandonate del Babylonstoren in un luogo accogliente e unico, unendo il giardino contemporaneo a un ristorante gourmet e a un hotel di charme, insomma un vero giardino di delizie.

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Patrice Taravella ha intrapreso una ricerca storica, insieme ai coniugi Roos-Bekker, grazie al Company’s garden, lo storico giardino della Compagnia delle Indie Orientali a Città del Capo, importante nel XVII secolo perché riforniva le navi durante la rotta tra l’Europa e l’Asia. Città del Capo era uno scalo situato a metà di questo lungo viaggio e permetteva ai navigatori di fare rifornimento di ortaggi, soprattutto tuberi e frutti abbastanza resistenti, come gli agrumi ricchi di vitamina C, indispensabili per la salute degli equipaggi.
Nei giardini di Babylonstoren l’idea è di mantenere le tradizioni orticole del luogo creando un semenzaio che conservi le vecchie varietà e sviluppare, inoltre un giardino sperimentale per provare e acclimatare nuovi ortaggi, il tutto rispettando i principi del giardinaggio ecologico.
Per quanto concerne le geometrie e le strutture questo giardino ideato da Patrice Taravella si basano su un disegno formale che ricorda i giardini del paradiso orientali, in particolare quelli persiani. Il tutto è attraversato da est e ovest da un asse principale intervallato da viali di ghiaia, erba e noccioli di pesco e dal viale più importante, quello degli alberi di Guava centenari. Al centro della composizione il giardino degli agrumi, tutt’intorno stanze verdi quadrate e rettangolari, più o meno grandi, circondate da muri e siepi. Sono dedicati a varie culture seguendo temi ben precisi come: gli indigeni, il labirinto, l’orto sperimentale, il frutteto, l’angolo del fico d’india…

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Per chi sogna il paradiso non può esistere un giardino senza acqua. La soluzione trovata da Taravella prevede un grande invaso che alimenta bacini e canali, ma anche lunghi canali scavati nell'argilla che ricordano le accoglienti oasi del sud. L'irrigazione è naturale, si fa per semplice gravità, essendo tutta la superficie del giardino in leggera pendenza. Tuttavia, la circolazione dell'acqua è controllata con giudizio dall'apertura di piccole chiuse secondo le esigenze delle piante. Per regalare altezza a un disegno abbastanza piatto, Patrice Taravella propone come in Orsan, dei gazebo e grandi strutture piramidali agli incroci e nei punti nevralgici. Ricoperti di rose rampicanti, come l'immacolata Mme Alfred Carrière, il rosa perlato 'New Dawn' o il rosa più scuro dell’Albertine, oltre ad offrire profumi e colori per tutta la stagione regalano un senso di sollievo al tutto, come un piccolo saluto alle montagne circostanti. E poi, al Babylonstoren tutto deve essere commestibile! Più di 350 piante, le cosiddette erbacce, sono mangiabili. Accanto a verdure e aromi anche tanta frutta: il frutteto occupa quasi la metà della superficie del giardino, dove si trovano mele, pere, mele cotogne, nettarine e altri agrumi e poi pistacchi, mirtilli e altri piccoli frutti, guava, fichi, mango, avocado, caffè, banani…

Il paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin