Spoleto Entra nell'Elite di 'Città del Vino'

In un evento significativo per il panorama vitivinicolo dell'Umbria, Spoleto viene ufficialmente accolta nell'associazione nazionale delle Città del Vino il 28 novembre. Questo ingresso riconosce l'importanza storica e culturale della città nella produzione del celebre Trebbiano Spoletino.

 

La storica città di Spoleto si prepara ad un momento importante nella sua lunga e illustre storia vitivinicola: l'ingresso nell'associazione nazionale di Città del Vino. La cerimonia ufficiale avrà luogo martedì 28 novembre a Spoleto, segnando un'importante tappa per la regione Umbria, che conta ora 12 comuni associati.

L'evento si terrà al Comune di Spoleto alle 10.30, con la presenza del presidente nazionale di Città del Vino, Angelo Radica. Sarà Radica stesso a consegnare il kit dell'associazione al sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, in una cerimonia di benvenuto che celebra l'importanza di questo comune nell'ambito vitivinicolo.

Spoleto, conosciuta per la sua Doc Trebbiano Spoletino, si unisce così ad altri undici comuni umbri nell'associazione, tra cui Bevagna, Montefalco, e Orvieto. La città, situata nella provincia di Perugia e con circa 36.300 abitanti, è famosa per il suo vino bianco di eccellenza e altre varietà come il passito, il superiore e lo spumante.

La tradizione vinicola di Spoleto risale a tempi antichi. Già citata da autori come Plinio il Vecchio e Marziale, la città era rinomata per la qualità del suo vino, paragonato persino al celebre Falerno. Il Trebbiano Spoletino, vitigno robusto e resistente, rappresenta una tradizione vitivinicola riconosciuta da secoli, un patrimonio che Spoleto porta con orgoglio nel suo nuovo ruolo in Città del Vino.

Angelo Radica, presidente nazionale di Città del Vino, ha espresso grande soddisfazione per l'ingresso di Spoleto nell'associazione, sottolineando il valore aggiunto che questo rappresenta per la promozione del turismo del vino e delle buone pratiche locali.

Questo nuovo capitolo nella storia di Spoleto non solo riconosce il suo ruolo cruciale nel panorama vitivinicolo italiano, ma offre anche nuove opportunità per esplorare e valorizzare il patrimonio culturale e enogastronomico umbro.

 

Redazione