Chianti Colli Fiorentini: buoni numeri e prospettive, ma costi alti
«Ci sono aziende del nostro Consorzio che hanno registrato fino a un +20% di vendite nel 2022 rispetto al 2021. C’è chi vanta addirittura un +67% di vendita tra grande distribuzione e ristorazione, fino addirittura al +72% nel punto vendita interno, con un buon +2% nell’export a fronte di un prezzo medio cresciuto del 20%, numeri supportati da un +65% per le wine experiences, tra tasting, visite e presenze in agriturismo».
Lo ha dichiarato qualche giorno fa, in concomitanza con BuyWine Toscana 2023, il presidente del Consorzio Chianti Colli Fiorentini Marco Ferretti. Il quale si è soffermato sul contesto turistico, che ha aiutato ad aumentare i margini nell’anno appena trascorso: «è stato sicuramente remunerativo il lavoro fatto con i tour operator che hanno puntato a convogliare i turisti, in particolare stranieri, sulle nostre colline dove si trova un buon vino senza farsi lunghi viaggi dal centro cittadino. Il lavoro fatto sulla città, in termini turistici, ha dato buoni risultati ma il primo fattore di crescita è l’ottimo rapporto qualità-prezzo che il Consorzio riesce a garantire».
Unica nota stonata, per Ferretti, i costi delle forniture e delle materie prime, sulle quali sostiene che «senza i super costi dell’energia e delle materie prime, avremmo finalmente rimesso qualche soldo in tasca dopo gli investimenti fatti». Ma, dopo un periodo di incertezza, adesso all’orizzonte sembrano esserci delle prospettive di potenziale crescita costante che fanno ben sperare il Consorzio Chianti Colli Fiorentini e le sue 28 società produttrici della zona del Chianti e di Firenze.
Redazione