Al via in Sicilia il Concorso enologico internazionale Città del Vino
Dal 12 al 14 maggio a Sambuca di Sicilia (AG) selezioni del 21° Concorso enologico Città del Vino: 1.170 vini italiani (da 19 regioni) e 230 da 10 Paesi esteri.
Saranno valutati per la qualità e il legame con il territorio di origine i 1.400 vini in concorso, oltre a 80 grappe, della 21esima edizione del Concorso enologico internazionale Città del Vino, organizzato dall’Associazione Nazionale Città del Vino fin dalla sua ideazione nel 2001, con il supporto scientifico dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino).
Le selezioni si svolgeranno da venerdì 12 a domenica 14 maggio a Sambuca di Sicilia (Agrigento) nel cuore della Valle del Belice, all’interno del programma Menfi Città Italiana del Vino 2023 (vedi). La premiazione finale avrà luogo a Roma il 7 luglio nella Sala della Protomoteca del Campidoglio.
Riguardo ai vini partecipanti al concorso, 1.170 sono italiani e provengono da quasi tutto il Belpaese: da 19 regioni. Al primo posto per numero di etichette la Sicilia con 121 vini, seguono la Sardegna con 101, quindi Emilia Romagna e Piemonte con 85 vini e poi la Toscana con 76 e il Lazio con 72 etichette. Fra i vini stranieri la partecipazione maggiore arriva dal Portogallo con 99 vini, Moldova 77 e Brasile 23. Quindi Croazia, Germania, Spagna, Austria, Francia, Lussemburgo e Corea del Sud.
Partecipano tutti i vini, purché Dop (Doc e Docg) e Igp. In palio Gran Medaglie d’Oro, Oro e Argento, simbolo per le aziende di un vero e proprio attestato di certificazione della qualità dei loro vini, pur tenendo conto che solo il 30% dei campioni presentati può ottenere il riconoscimento come stabilito sia dal Ministero, sia dall’OIV.
«Il concorso – spiegano gli organizzatori - mantiene inalterato nel tempo il suo spirito: valutare i vini non tanto e non solo dal punto di vista tecnico (la loro qualità oggettiva), ma soprattutto per il loro legame con il territorio, per la loro capacità di emozionare e per ribadire il valore del rapporto tra le aziende e i Comuni. Sindaci e produttori, infatti – spiega Città del Vino -, sono idealmente uniti nella promozione delle tradizioni e delle eccellenze enologiche che li contraddistinguono e ricevono entrambi i riconoscimenti da mostrare in cantina e anche in Municipio».
La novità di quest’anno è la collaborazione con Assoenologi come partner tecnico: «una collaborazione che non si limita alla realizzazione del concorso, ma che avrà contenuti anche di natura strategica a sostegno delle buone pratiche per la viticoltura di qualità». L’accordo prevede infatti «azioni comuni volte a promuovere il patrimonio vitivinicolo italiano come un particolare aspetto della cultura del territorio, a difendere la biodiversità viticola, i vitigni autoctoni e antichi e le buone pratiche per rendere sempre più sostenibile la coltura della vite e a programmare azioni di formazione non solo per quanto riguarda gli aspetti tecnici ed agronomici, ma anche quelli enoturistici». E «non ultimo – sottolinea il presidente di Città del Vino Angelo Radica – l’impegno congiunto a sostenere con specifiche azioni la tutela della viticoltura italiana, sia in sede istituzionale nazionale sia in sede europea e internazionale: il tema recente del ‘nutriscore’ proposto in sede europea, è costantemente monitorato visto il momentaneo accantonamento di una misura che avrebbe pesato negativamente sui prodotti agroalimentari italiani, vino compreso, pur condividendo in generale la necessità di attuare politiche a tutela della salute delle persone; non è criminalizzando il vino che questa tutela può essere portata avanti».
[Foto "Veduta di Sambuca di Sicilia" di Davide Mauro da Wikipedia]
Redazione