Xylella, Anve: in Puglia ora ok controlli ed estirpazioni e 0 infezioni nei vivai
Il presidente dell’Anve Capitanio fa il punto sull’emergenza Xylella in Puglia per frenare le opposte speculazioni: politiche in Italia sulle misure fitosanitarie europee e commerciali all’estero verso i prodotti italiani. Esposto alla Procura di Bari contro chi diffonde false notizie. Ci sono stati ritardi, ma ora assicura Anve: estirpate tutte le piante infette del monitoraggio 2016-17 e in corso di completamento l’estirpazione di quelle individuate nel 2017-18. Mai colpiti i vivai, «ma solo appezzamenti olivicoli».
Basta speculazioni in un senso o nell’altro sull’emergenza Xylella fastidiosa, che ha colpito una ristrettissima area della Puglia. Una nota stampa del presidente dell’Associazione nazionale vivaisti esportatori (Anve) Leonardo Capitanio, diffusa ieri in più lingue, fa il punto della situazione in Puglia rivolgendosi da un lato agli operatori della filiera vivaistica internazionale per tranquillizzarli sullo stato di salute delle piante esportate dai vivai pugliesi (e a maggior ragione del resto d’Italia) e dall’altro a quelle forze politiche e movimenti che ostacolano e rallentano l’implementazione da parte delle autorità competenti delle misure fitosanitarie richieste dall’Europa, fra cui le estirpazioni delle piante infette individuate dalle imponenti azioni di monitoraggio attivate.
«Non sono mai state rilevate piante infette in aziende vivaistiche italiane, contrariamente a quanto accaduto in altri Stati europei ove l’infezione è stata rinvenuta all’interno dei vivai – afferma Leonardo Capitanio -, ma solamente in appezzamenti olivicoli, proprio a dimostrazione della sanità del materiale vivaistico e della professionalità degli operatori. Inoltre, il monitoraggio sia della zona delimitata sia delle zone indenni, è stato fortemente potenziato con il risultato che ad oggi, la Regione Puglia in particolar modo, ma anche le restanti diciannove Regioni italiane, sono i territori maggiormente controllati in tutta Europa».
In Puglia, si legge nel comunicato, le recenti attività di monitoraggio hanno dato i seguenti risultati:
- nella zona cuscinetto di 10 km e nella zona di contenimento di 20 km (interna alla zona infetta) sono stati effettuati monitoraggi con ispezioni visive, campionamenti e analisi. In caso di individuazione di piante infette, è stato poi effettuato il monitoraggio dell'area di 100 m intorno ad esse;
- i campioni prelevati sono stati analizzati e tutti quelli risultati dubbi o positivi, oltre ad una percentuale di negativi, sono stati sottoposti ad ulteriori analisi di conferma;
- il monitoraggio è stato condotto anche nella zona indenne con individuazione di aree con piante ospiti;
- sono state ispezionate le stazioni di servizio lungo le vie di comunicazione che collegano le province di Lecce e Brindisi con Bari e Foggia e le aree adiacenti le linee ferroviarie;
- con il monitoraggio del periodo 2016-2017 sono state individuate piante infette in zona di contenimento tutte estirpate e con quello del periodo 2017-2018 sono state individuate piante infette in zona di contenimento e in zona cuscinetto in parte estirpate e in parte in corso di estirpazione.
«Tutte le pratiche di monitoraggio – precisa il presidente dell’Anve - vengono inoltre effettuate seguendo rigidi standard internazionali fitosanitari applicati nello stesso modo in tutta l'Unione Europea e non solo. Dunque, quello che viene fatto nei Paesi europei viene oltremodo fatto in Italia, anzi con ulteriori risorse e sforzi per il monitoraggio: solamente in Puglia il Servizio Fitosanitario regionale si è dotato di oltre 200 ispettori dedicati esclusivamente al monitoraggio di Xylella fastidiosa».
«Per questo – afferma Capitanio - è opportuno evidenziare che, seppur le estirpazioni delle piante infette abbiano subito dei ritardi, questo non pregiudica la restante parte del territorio regionale e nazionale, ovvero quasi il 100%, dichiarata indenne dalle autorità nazionali ed internazionali; condizione questa che dev’essere chiara e ben nota a tutta l’Europa. Risultano pertanto ingiustificate le azioni di rifiuto del prodotto italiano da parte dei colleghi stranieri che potrebbero peraltro provocare disordini in tutta la filiera internazionale e scenari imprevedibili nella valorizzazione e reperibilità di piante».
Capitanio ricorda che nel tentativo di mettere un freno alle tante false notizie che circolano, Anve ha presentato il 13 luglio scorso un esposto alla Procura di Bari per denunciare una serie di attività fuorvianti quali manifestazioni, assemblee, pagine web, post sui social network, blog e articoli sui media che spesso conducono al turbamento dell'ordine pubblico e ad una istigazione alla disapplicazione della legge, oltre a generare confusione sulla realtà dei fatti. «Perché la diffusione di notizie false e tendenziose – afferma il presidente di Anve - è un reato, e come tale va punito». Inoltre tutto ciò significa anche «mettere in pericolo tanti, tantissimi posti di lavoro e con questi l’intera economia locale e nazionale».
«Vorrei pertanto rassicurare i produttori e i commercianti internazionali – conclude Leonardo Capitanio - sulla sanità, sulla serietà e professionalità sia delle aziende florovivaistiche sia della Autorità di controllo italiane chiedendo loro di documentarsi sempre tramite canali ufficiali (Commissione Europea, Consorzi di ricerca ufficiali XF-ACTORS e PONTE) e di non credere alle tante notizie ingannevoli che circolano su carta stampata e sul web».
L.S