Non cambiano le norme UE sulla vendita di olio sfuso: ok di Agrinsieme
La CE ha rinunciato all’idea di consentire la vendita d’olio sfuso: per garantirne qualità e sicurezza accolte le istanze di Agrinsieme, che ringrazia il Masaf.
Grande soddisfazione di Agrinsieme, il Coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, per la decisione della Commissione Europea di ritirare la proposta di modifica delle norme di commercializzazione che avrebbe consentito la vendita di olio di oliva sfuso.
A questa decisione della Commissione Europea «nell’ultima riunione del Comitato di gestione – come reso noto il 5 maggio da un comunicato stampa di Agrinsieme - ha contribuito l’azione congiunta dei Paesi dell’area del Mediterraneo». Il Coordinamento ha ringraziato in particolare il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) perché «ha compreso e sostenuto nelle sedi europee l’istanza della filiera produttiva nazionale per la valorizzazione del settore dell’olio di oliva».
Agrinsieme, ricorda il comunicato, «aveva fortemente caldeggiato questo esito nei vari tavoli di confronto a livello nazionale ed europeo, sottolineando la pericolosità dell’apertura alla vendita di olio sfuso per diversi motivi, in particolare per il rischio di peggioramento della qualità del prodotto e la difficoltà ad eseguire i controlli necessari per evitare frodi e garantire sicurezza del consumatore».
Come spiegato dal Coordinamento, «in caso di bottiglie aperte e riutilizzabili non ci sarebbe infatti alcuna garanzia né della qualità, né del rispetto delle norme igieniche. La vendita di olio sfuso comporterebbe sicuramente una conservazione inadeguata per errata esposizione alla luce e al calore, per l’ossidazione e la contaminazione da batteri».
Inoltre «la vendita di olio sfuso avrebbe potuto vanificare gli sforzi compiuti dagli operatori e dagli Stati membri per garantire il rispetto delle norme di commercializzazione degli oli d'oliva». Infatti, negli ultimi anni «gli operatori si sono impegnati affinché la qualità del prodotto immesso sul mercato interno ed esportato fosse ottimale, sensibilizzando i consumatori anche sui valori nutrizionali e aumentandone la riconoscibilità. Con la vendita di olio sfuso sarebbero stati annullati molti risultati fin qui ottenuti».
Redazione