Altri s.o.s. dalla filiera olivicola in grande difficoltà

Per Assitol è autunno caldo dell’olivicoltura (con produzione a -20%): serve sostegno col Dl Aiuti bis. Unaprol vuole adeguare le norme sugli steroli al clima.

Arrivano altri segnali d’allarme sullo stato dell’olivicoltura italiana, fra caro energia e problemi climatici, con conseguenti richieste di sostegno e misure ad hoc.
Dopo l’appello di Italia Olivicola del 26 agosto scorso (vedi) sono arrivate prima una nota di Assitol (l’Associazione Italiana dell’industria olearia) dell’1 settembre, in cui si fotografa l’«autunno caldo» e il rischio di «tempesta perfetta» per il comparto olivicolo e si converge sulla richiesta di Italia Olivicola di misure di sostegno ad hoc nel Dl Aiuti bis, e poi, il 2 settembre, quella di Unaprol - Consorzio Olivicolo Italiano e Foa – Frantoi Oleari Associati per ottenere «l’aggiornamento della normativa internazionale sugli steroli per tutelare la qualità del made in Italy».
«Il momento è assai delicato – ha dichiarato Anna Cane, presidente del Gruppo olio di oliva di Assitol – le conseguenze del caro energia e del cambiamento climatico stanno danneggiando fortemente il settore». La campagna olearia ormai imminente «sarà di scarica, quindi con una produzione inferiore, e dovrà scontare mesi di clima estremo: prima il caldo desertico a partire da maggio, poi una serie di nubifragi in agosto». Ma, continua la nota di Assitol, «manca ancora più di un mese alla raccolta e molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche di settembre che, se favorevoli, potrebbero compensare in parte gli effetti nefasti delle alte temperature».
Secondo le prime stime, fa sapere Assitol, «in Italia si prevede una produzione intorno alle 250mila tonnellate d’olio d’oliva, in calo di quasi il 20% rispetto alla precedente campagna. Ben lontano dal fabbisogno del comparto che, tra mercato nazionale ed export, ammonta a circa 1 milione di tonnellate». E alla campagna di scarica e al clima si deve aggiungere l’impennata dei costi energetici e l’aumento di carta e vetro, essenziali per il packaging. «Si parla tanto di sostenibilità, che però non è solo ambientale, ma è anche sociale ed economica – sottolinea Anna Cane –. Anche l’industria olearia deve sobbarcarsi bollette pesanti. L’energia è divenuta un costo insostenibile non soltanto per le imprese, ma per l’intera filiera». Olivicoltori e frantoiani, infatti, sono costretti a fronteggiare l’incremento dell’elettricità, «i cui costi sono quintuplicati».
Insomma per Assitol «i presupposti per una campagna olearia difficile ci sono tutti». E, come osserva Anna Cane, «il nostro settore, da sempre a bassa marginalità, è impegnato da mesi nel contenimento delle spese di gestione, ora, però, le aziende non riescono più a fermare la continua ondata di aumenti. Evitare che i rincari su energia e materie prime si riflettano sul prezzo finale, seppure in minima parte, è quasi impossibile». Sarebbe opportuno pertanto, oggi più che mai, «il riposizionamento dei prezzi dell’extra vergine e dell’olio d’oliva, ridisegnato grazie ad una stretta collaborazione con la grande distribuzione».
Per questi motivi Assitol invoca l’intervento urgente alle istituzioni. «Chiediamo al Governo – conclude la nota - di sostenere il nostro settore attraverso il Dl Aiuti bis, alleggerendo le bollette energetiche delle imprese, come stanno già facendo Paesi UE come Francia e Spagna, nostri competitors. In questo modo si difende anche il carrello della spesa degli italiani, nella sua componente più salutare e tradizionale. Rischiare che il consumatore penalizzi ulteriormente l’acquisto dell’olio d’oliva vuol dire non tutelare la Dieta Mediterranea».
Di altro tipo l’istanza lanciata il 2 settembre da Unaprol e Foa, che con una lettera indirizzata al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaafe all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) segnalano la necessità di adeguare i parametri degli steroli, divenuti ormai obsoleti a causa del cambiamento climatico che sta colpendo il settore. «Si intervenga per promuovere l’abbassamento del valore degli steroli totali negli oli vergini di oliva dai 1000 attuali a 800 g/kg – scrivono Unaprol e Foa - al fine di salvaguardare la produzione olearia italiana, evitando ingiuste penalizzazioni causate da regole che andrebbero aggiornate in base alle più recenti evoluzioni dei metodi di produzione e delle condizioni climatiche».
Per favorire la discussione e accelerare il processo di modifica, Unaprol e Foa hanno raccolto attraverso i propri soci tutti i dati necessari per supportare la richiesta del Mipaaf al Consiglio Oleicolo Internazionale ed essere in grado di risolvere la questione. «Vogliamo sottolineare le preoccupazioni degli operatori della filiera olearia italiana – ha affermato David Granieri, presidente di Unaprol -. Questi parametri troppo alti colpiscono, infatti, quei produttori che negli ultimi anni hanno scelto di impostare la propria attività di produzione e commercializzazione su oli di alta qualità, espressione della cosiddetta “filiera corta”, strettamente legata alla terra e al territorio. L’aumento della presenza di questi oli non dipende da carenze qualitative ma, al contrario, è riconducibile a un aumento del numero di operatori del settore che hanno scelto di produrre e commercializzare oli “monovarietali”, per esaltarne le peculiarità e – attraverso la raccolta anticipata – valorizzarne le proprietà organolettiche».

Redazione