Consorzio Canapa: la sentenza non riguarda i rapporti B2B

Cannabis “light”, la Cassazione: «Stop alla vendita, è reato». Il presidente Consorzio nazionale della canapa Stefano Zanda: «Per noi rimane fermo il tetto dello 0,5% di thc».

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno deciso di vietare la commercializzazione dei prodotti derivati dalla cannabis sativa salvo che non siano privi di efficacia drogante.
Il neonato Consorzio nazionale della canapa si aspettava tale sentenza e il presidente Stefano Zanda afferma: «Per noi rimane fermo il tetto stabilito nel 1989 dalla Cassazione, che ha stabilito nello 0,5%, il principio attivo thc, oltre il quale una sostanza diventa stupefacente…, come da consolidata letteratura scientifica e dalla tossicologia forense».
Zanda rassicura sul fatto che tale sentenza si limiterà alla vendita al pubblico lasciando invariati i rapporti B2B e cioè quelli tra aziende agricole e aziende di trasformazione secondo i settori elencati dalla legge 242: alimenti, cosmetici, bioplastiche, florovivaismo, materiale per bioedilizia.
Nonostante che la commercializzazione di derivati della canapa industriale non rientri nell'ambito della legge 242/2016, la Corte afferma chiaramente che sono perseguibili penalmente «le condotte di cessione, vendita e, in genere, commercializzazione al pubblico, a qualsiasi titolo, della coltivazione della cannabis sativa, salvo che tali prodotti non siano privi di efficacia drogante».

Redazione