La coltura irrigata vale 40 mila euro ad ettaro
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Uno studio commissionato dal ministero delle Politiche agricole ha analizzato il valore economico della pratica irrigua, non solo per la produzione, ma anche per la collettività. La presenza dell'irrigazione apporta una notevole differenza fra i terreni dove è presente e quelli non irrigui.
In Italia oltre metà della Superficie agricola utilizzabile (Sau) è irrigata e gestita da consorzi di bonifica e irrigazione, o consorzi di miglioramento fondiario. Sono 136 le strutture aderenti all'Anbi, Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e tutela del territorio e acque irrigue, che hanno competenza su oltre 17 milioni di ettari, pari dunque al 58% del territorio: in Italia la superficie totale in ettari è 30.128.664. Lo studio, commissionato dal ministero delle Politiche agricole, ha analizzato il valore economico della pratica irrigua, non solo per la produzione, ma anche per la collettività. Si tratta di un'analisi condotta con l'Università di Trieste che ha stimato una relazione statisticamente significativa fra il Valore agricolo medio (Vam) di una coltura e la possibilità di irrigarla. Il Vam delle principali colture sul piano economico è di circa 40 mila euro per ettaro, con un massimo al Nord (52 mila euro) e un minimo nel Centro Italia (20 mila euro). In generale, la presenza dell'irrigazione discrimina in modo significativo i terreni, con una differenza, rispetto a quelli non irrigui, di 13.500 euro.
Redazione