Tadashi Kawamata

L’artista giapponese Tadashi Kawamata è nato a Hakkado nel 1953, fin da giovane si fa notare nella scena artistica giapponese e internazionale.

A 28 anni, dopo la laurea all’Università di Belle Arti di Tokyo, viene invitato al padiglione giapponese della 40esima Biennale di Venezia. Dal 1999 fino al 2005 è stato professore all’Università di Belle Arti di Tokyo, dal 2007 al 2019 ha insegnato all’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parigi. Nel 2005 è stato nominato direttore artistico della seconda triennale di Yokohama.

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Il suo è un lavoro processuale, dalla forte coscienza ambientalista, che si sviluppa dall’arte all’architettura, dall’urbanistica alla sociologia alla storia. Le sue installazioni site specific sono  appena degli schizzi nel paesaggio, con materiali poveri e semplici modalità costruttive riesce a delineare un immaginario e trasforma la percezione dell’ambiente in modo radicale. Kawamata realizza le sue opere con cascate di legni trovati, che bene rappresentano la precarietà della nostra vita. Per Tadashi Kawamata la vita dell’uomo è breve, tutto è temporaneo e la permanenza è solo un’astrazione…
Così è stato lo Tsunami ed è quello che rappresenta con la sua installazione ispirata a questa grande tragedia: un’ondata che travolge tutto quello che incontra. I materiali di legno, i detriti che galleggiano nello Tsunami raffigurano la vita quotidiana che è stata spezzata. Porte, finestre, sedie, cassetti sono tutti materiali di recupero, così come in tutte le sue opere.
A Milano fino al 23 luglio 2022 la galleria Building ospita la mostra NESTS IN MILAN, esposizione a cura di Antonella Soldaini.

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Tadashi Kawamata presenta per la prima volta installazioni concepite per quest’occasione. Interventi realizzati in legno, installati negli spazi interni di Building e sulla sua facciata e nel quartiere di Brera. Questi interventi, oltre che a una riflessione sul contesto sociale e le relazioni umane, hanno l’obiettivo di allargare l’area di intervento in modo da inglobare una porzione del tessuto urbano della città.
Il nido è un soggetto simbolico che Kawamata indaga fin dal 1998, partendo da iniziali forme astratte. L’opera di Kawamata interviene in situazioni difficili, come a Kassel nel 1987, per documenta 8, dove l’artista restituisce all’attenzione degli abitanti una chiesa distrutta durante la seconda guerra mondiale, che non è stata ricostruita.

Arte verde è una rubrica curata da Anne Claire Budin