Il vischio della buona fortuna
L'usanza, rigorosamente da rispettare, è il bacio di buon auspicio nel periodo di Natale sotto il vischio bianco, Viscum album. Piccolo cespuglio sempreverde, parassita, vive a spese dell'acqua e dei sali minerali delle piante che lo accolgono: pioppi, tigli, olmi, meli e anche alcune conifere. Il vischio quercino invece, quello con le bacche gialle dai riflessi dorati, predilige le grandi querce. Entrambi non possiedono normali radici, ma piccoli organi assorbenti che si infiltrano nei tessuti dell'ospite. Le bacche, tossiche per l'uomo, sono una vera prelibatezza pre gli uccelli che se ne cibano, trasportandole e depositandole nelle intercapedini del ramo di una pianta. dove iniziano a germinare. Volendo, il vischio può essere coltivato facilmente seminandolo con la Luna calante a dicembre. Il seme contiene una sostanza vischiosa che funziona infatti da colla, ma non bisogna metterlo a terra, bensì nella spaccatura di un ramo della pianta prescelta dove germinerà. Da tempi remoti è considerato pianta sacra e dono degli dèi, capace di tenere lontane le disgrazie e malattie. Naturale dunque che diventasse poi un irrinunciabile portafortuna.
Redazione Floraviva