Tre giorni per il giardino possibile (nel clima cambiato)

Dal 21 al 23 ottobre al Parco di Masino nel Torinese la 30^ mostra-mercato “Tre giorni per il giardino”. Tema: spazi verdi adatti al nuovo clima e sostenibili.


Circa 100 vivaisti, provenienti da tutta Italia e anche dalla Francia, scelti in collaborazione con l’Accademia Piemontese del Giardino per il loro riconosciuto lavoro di ricerca, selezione, autoproduzione e attenzione alla sostenibilità ambientale, accoglieranno il pubblico da domani a domenica 23 ottobre (orario 10-18) al Castello e Parco di Masino, Bene del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) a Caravino nel Torinese, con le loro migliori collezioni e tanti spunti per gli amanti del giardinaggio.
L’occasione è la 30esima edizione della mostra-mercato “Tre giorni per il giardino”, che avrà per filo conduttore anche nel ricco programma di incontri e dialoghi con ospiti speciali, fra cui ad esempio Paolo Pejrone ed Emanuela Rosa-Clot, il tema “Il giardino possibile: adattamento, creatività e sostenibilità”. Un argomento di grande attualità dal momento che, come scrivono gli organizzatori, «giardini e orti sono tra i primi testimoni del cambiamento climatico in atto e dei drammatici effetti del caldo e della siccità» e «il giardiniere si trova a misurarsi oggi con una natura in trasformazione ed è portato a interrogarsi su come coltivare in queste difficili condizioni ambientali, come continuare a creare, seminando e piantando, e come favorire il germogliare, il fiorire e il fruttificare a fronte dell’emergenza idrica e dei limiti che ne derivano». Per cui «servono adattamento, creatività e sostenibilità, tematiche al centro di una serie di appuntamenti con esperti che si confronteranno, ad esempio: sui giardini e gli orti liberati dall’ordine e dagli schemi formali tradizionali per accogliere più natura e biodiversità; sul ruolo ecologico di giardini, orti e terrazzi nell’arricchimento della complessità biologica, in particolare nei contesti urbani; sul giardino a basso consumo d’acqua e attrattivo per la “natura di ritorno”; sugli animali da “invitare” nei giardini, sui terrazzi e in città, anche a partire da alcuni progetti di valorizzazione attualmente in corso nei Beni del FAI». E sempre legate a tale filo conduttore sono altri argomenti, più specificamente botanici, che verranno affrontati: «dai prati aridi, che selezionano una maggiore varietà di specie fiorite e uniscono bellezza e biodiversità per gli impollinatori, alle piante utilizzate per ampliare, anche nei giardini più piccoli, la stagione di fioritura e l’offerta di nettare, fino ai bulbi e alle sementi da mettere a dimora per garantire la diversità genetica e la riproducibilità per gli ospiti animali».
Tra le novità botaniche in mostra da segnalare quindi «numerose varietà di achillea, agastache, echinacea, eryngium e sedum - piante fiorifere resistenti all’aridità e in grado di fronteggiare le temperature sempre più al rialzo - e le insolite Dalea purpureaDierama pulcherrimumEuphorbia dendroidesEuphorbia donii ‘Amjillasa’, Euphorbia griffitii ‘Fern Cottage’. Ancora, tra le nuove piante per terreni aridi, un’interessante collezione di cisti, come i rari e originali Cistus halimifolius (Cisto giallo) e Cistus ladanifer, medicinale e aromatico. Tra le piante di particolare interesse per la vegetazione e la fioritura autunnale ci saranno il maestoso Eupatorium capillipes ‘Elegant plume’ e il Phellodendron amurense, rutacea proveniente dall’Asia, albero deciduo rustico, con corteccia sugherosa, coltivato per il bel portamento e il fogliame aromatico.
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Redazione