Giorgetti: «il distretto vivaistico va tutelato al pari degli altri comparti del florovivaismo»

Associazione vivaisti italiani incontra esponenti della Lega

Il vice di Salvini all’incontro dell’Associazione vivaisti coi candidati leghisti alle regionali Alessio Bartolomei e Cinzia Cerdini, che si sono detti pronti a tutelare il vivaismo. Fra i problemi evidenziati dal presidente dell’Associazione vivaisti italiani Magazzini: i bandi del Psr penalizzano il numero di occupati a ettaro, nostro punto di forza, e la Regione ha aiutato sinora solo il fiore reciso, ma Avi «si attende da chiunque vinca le regionali che venga mantenuto l’impegno degli aiuti previsti nel Protocollo per la riduzione degli erbicidi». Bartolomei concorda con Magazzini: «ci vorrà più attenzione a come vengono scritti i bandi».


«Noi siamo sempre a favore del lavoro e dell’impresa e soprattutto dei distretti tradizionali insediati sul territorio. Quindi qui a Pistoia c’è questa realtà, una realtà storica, e va tutelata. Certamente la componente regionale è fondamentale. Quindi l’attenzione che è stata dedicata ad altri settori, anche nell’ambito florovivaistico, deve essere dedicata anche al settore del vivaismo. Questo è l’impegno che noi come Lega prendiamo: di ascolto e di attenzione a tutte le realtà vere e storiche radicate sul territorio».
E’ quanto dichiarato da Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, subito dopo l’incontro di oggi a Pistoia, nella sede di Gea, con il presidente dell’Associazione vivaisti italiani Luca Magazzini, che aveva illustrato a lui e ai candidati leghisti alle regionali Alessio Bartolomei e Cinzia Cerdini le problematiche del comparto vivaistico. Fra queste, in particolare, ha detto Luca Magazzini, «la scarsa attenzione della politica e dei bandi regionali del Programma di sviluppo rurale (Psr) al comparto vivaistico, che è penalizzato anche da ragioni tecniche. Come criteri dei bandi che avvantaggiano, ad esempio, le superfici coltivate a scapito del numero di occupati a ettaro, che è proprio il nostro punto di forza, visto che in 1 ettaro di vivai lavorano molte più persone che in altri comparti agricoli». Magazzini ha citato anche i maggiori aiuti ricevuti dai florovivaisti olandesi (600 milioni di euro a fondo perduto) e la questione del Protocollo d’intesa del novembre del 2019 con la Regione Toscana «in cui ci impegniamo ad attuare tecniche innovative per ridurre l’impatto ambientale in cambio di aiuti regionali, che però non sono arrivati. Ecco chiunque vinca alle regionali noi restiamo fermi a quell’intesa e ci attendiamo un sostegno dalla Regione, che per ora ha aiutato solo i produttori di fiori recisi, nella direzione di quel Protocollo d’intesa per la riduzione degli erbicidi».
«Sono nata e cresciuta a Pistoia – ha detto dopo l’incontro la consigliera comunale Cinzia Cerdini - e conosco molto bene i problemi delle imprese, soprattutto quelle vivaistiche. Bisogna stare vicino a queste persone perché non è facile per loro stare dietro alla fiscalità e alla burocrazia. Negli ultimi anni sono fallite molte aziende e conosco anche questo problema. La cosa migliore che può fare la politica è colmare la distanza con queste persone, per questo io ribadisco sempre che servono persone del territorio».
Sulla stessa linea Alessio Bartolomei, assessore ai lavori pubblici, che ha dichiarato: «tra le mie varie attività c’è anche un’impresa vivaistica medio piccola, che ha 14 addetti ed è attiva sul territorio, quindi conosco bene i problemi del settore vivaistico. Abbiamo assistito a imprese che sono andate male e imprese grandi che hanno acquistato altre imprese. E’ un settore in piena fase di ristrutturazione. Dobbiamo seguire questi processi con attenzione perché è in gioco la sopravvivenza del distretto vivaistico più importante d’Europa. Noi questo bene lo dobbiamo assolutamente tutelare, perché oggi la concorrenza fra territori è pericolosa». «Bisogna lavorare tantissimo con i fondi europei – ha aggiunto - e occorre incidere di più su come si scrivono i bandi. I bandi devono essere ritagliati sulle nostre dimensioni aziendali e non bisogna penalizzare le aziende troppo piccole e neppure si devono perdere opportunità perché magari vengono aiutati altri comparti agricoli. Concordo con Magazzini anche sul maggior peso da attribuire al numero di occupati per ettaro».

Redazione