Kongjian Yu - La Necessaria Rivoluzione Rurale

Per Kongjian Yu l’architettura del paesaggio è l’arte della sopravvivenza. Per 20 anni ha investito la sua carriera accademica per combattere il degrado dell’ecologia urbana e dell’ambiente. Le sue ricerche “Ecological Security Pattern” (1995) e “Ecological Infrastructure, Negative Planning and Sponge Cities” (2003) sono state adottate dal Governo Cinese per le campagne nazionali di ripristino e protezione ecologica.


Kongjian Yu, nato nel 1963 nella provincia di Zhejing, è urbanista ecologico, architetto paesaggista, professore di Architettura del paesaggio all’Università di Pechino e fondatore di Turenscape, azienda di pianificazione e progettazione che oggi conta 600 dipendenti, inoltre è ideatore e caporedattore della rivista “Landscape Architecture Frontiers”.
Per progettare le soluzioni che propone, Yu trae ispirazione dal suo passato.
Sono moltissime le sue pubblicazioni e i riconoscimenti ricevuti dal mondo accademico internazionale. Qualcuno di autorevole ha detto di lui: “Yu è senza dubbio uno degli architetti paesaggisti più influenti al mondo. La visibilità del suo lavoro progettuale di alto profilo e delle sue attività didattiche e formative hanno un grande impatto sui professionisti e gli studenti, oltre che su un pubblico più ampio, con la possibilità di cambiare la percezione della professione”.
Durante la Grande Rivoluzione Culturale, la famiglia di Yu è privata della propria dignità e dei propri beni materiali, perché la famiglia benestante è presa di mira da Mao Tse-tung al fine di sradicare i modelli tradizionali e introdurre il collettivismo. Quest’avvenimento scatena nel giovane Kongjian Yu una grande ambizione, accompagnata da un profondo amore per la Natura.
Nonostante la povertà cresce in un ambiente idilliaco: nello splendore della Cina rurale. Spesso si dimentica dei suoi doveri agricoli per perdersi nella purezza della Natura, come “Una foresta incantevole e un ruscello pieno di pesci”.
Quella foresta è poi abbattuta, il fiume inquinato. Da qui il suo impegno appassionato nel ricreare e proteggere l’abbondanza naturale, e il voler dimostrare come il paesaggio agricolo, poco costoso e produttivo, possa diventare con un’adeguata progettazione e gestione, anche uno spazio utilizzabile.
Il giovane Yu per arrivare al liceo ha dovuto faticare e lottare e, sebbene si sentisse “un bifolco di campagna” e nonostante il marchio politico della sua famiglia, è diventato il migliore della classe, per poi intraprendere una brillante carriera universitaria, coronata nel 1992 con il dottorato di ricerca a Harvard presso la Graduate School of Design.
Per due anni ha lavorato in California, questo l’ha aiutato ad acquistare consapevolezza e ha fortificato la sua missione: salvare dalla distruzione l’ambiente che la rapida urbanizzazione stava causando in Cina.
In “The Big Foot Revolution” Yu ci spiega come i giardini ornamentali siano un approccio di un’élite che ha visto raffinatezza nella mancanza di funzionalità. Tra i suoi obiettivi c’è far nascere una nuova estetica, incorporando il paesaggio rurale, disordinato e funzionale, nel regno urbano.
Non è contrario all’Arte ma, in una società impoverita e minacciata, c’è l’urgenza di creare un’estetica che sostiene la produttività e la difesa dell’ambiente naturale, al fine di favorire la sopravvivenza.
Con Kongjian Yu l’estetica contadina è al centro della scena, con i suoi piedi grandi e belli. Il paesaggio rurale di una volta, in armonia con la Natura, è un mezzo per risolvere i problemi di oggi.
Edifici con forme selvagge, grandezze esotiche ma senza significato hanno invaso Pechino. In un’epoca di cambiamenti climatici, secondo l’ambizioso programma di Yu, la Cina e il resto del Mondo non possono più permettersi questi eccessi e di commettere ancora gli errori di abbellimento commessi nelle città occidentali.

Il paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin