Vendemmia 2024: il clima determina grandi differenze tra nord e sud italia
Confagricoltura segnala un’annata vinicola caratterizzata da forti disomogeneità climatiche e preoccupazioni per il mercato, con proposte mirate per il comparto vitivinicolo.
La vendemmia 2024 si presenta come un mosaico di situazioni differenti lungo la penisola italiana, influenzate in modo decisivo dalle condizioni climatiche. Secondo Confagricoltura, mentre il Nord e il Sud vivono esperienze contrastanti, il Centro Italia offre un quadro ancora più variegato, con un avvio anticipato delle operazioni in alcune regioni e una situazione ancora stazionaria in altre. Al Nord, la primavera piovosa ha reso difficile per i produttori biologici mantenere alti livelli produttivi, con situazioni particolarmente critiche nel Nord-Est, dove grandinate e siccità si alternano, creando un panorama a macchia di leopardo. Nel Centro Italia, alcune zone hanno già avviato la raccolta, in particolare per le basi spumanti, seppur con una leggera riduzione dei volumi, mentre altre aree sono in attesa di iniziare nelle prossime settimane. Il Sud Italia mostra un quadro a luci e ombre: la siccità ha colpito la quantità di uva raccolta, ma non uniformemente. Tuttavia, la situazione fitosanitaria è migliore rispetto al 2023, quando la peronospora aveva devastato oltre metà della produzione. Federico Castellucci, presidente della Federazione nazionale Vino di Confagricoltura, evidenzia come mai come quest’anno sia difficile formulare previsioni generali affidabili. Ciò che invece unisce il comparto è la preoccupazione per un mercato definito ‘freddo’, con costi di produzione in aumento e segnali di flessione nelle vendite, specialmente sui mercati di riferimento come Stati Uniti, Regno Unito e Germania, che hanno registrato un calo del 4,3% nel primo semestre 2024. Di fronte a questa situazione, il Gruppo di Alto Livello Vino, istituito dalla Commissione Europea, si riunirà per la prima volta l’11 settembre, con l’obiettivo di discutere le sfide attuali e le possibili soluzioni. Confagricoltura, dal canto suo, propone una riforma della Politica Agricola Comune (PAC) che favorisca la stabilizzazione del mercato attraverso la riduzione dell’offerta e un migliore posizionamento sui mercati di sbocco. Tra le proposte avanzate, vi è la necessità di limitare le autorizzazioni per nuovi impianti, prolungare i tempi di reimpianto e adottare una maggiore flessibilità negli interventi di sostegno. Inoltre, si suggerisce di promuovere, in modo puntuale, l’abbandono di produzioni che presentano evidenti difficoltà di mercato. Castellucci conclude sottolineando l'importanza di una politica di promozione adeguata al contesto internazionale e alle sfide delle imprese vinicole italiane, offrendo loro opportunità più flessibili e adattabili alle diverse realtà del settore.
Redazione