La catena del valore eco-ambientale nella Filiera forestale
Inauguriamo questa rubrica di Floraviva che parlerà del mantenimento e dello sviluppo del patrimonio forestale, grazie anche alle filiere locali che avranno il compito, insieme alle istituzioni, della sfida alla sostenibilità eco-ambientale.
La valorizzazione della produzione legnosa rappresenta una delle finalità principali della programmazione e pianificazione forestale in Italia. Tuttavia, l'attuale tasso di prelievo forestale, come risulta da un recente studio presentato durante il "Position Paper del Tavolo di Filiera Foresta Legno" che viene stimato con diversi metodi, porta a risultati variabili compresi tra il 18,4% e il 37,4% dell'incremento annuo (l'incremento annuo tiene conto della crescita naturale delle piante, della formazione di nuovi alberi e della loro crescita in termini di diametro e altezza. È una misura importante per valutare la capacità di un bosco di accumulare carbonio, assorbire anidride carbonica e fornire risorse rinnovabili come il legno). Nonostante la forbice di dati piuttosto amplia, emerge chiaramente che il prelievo italiano rimane molto inferiore rispetto alla media europea, che si attesta al 73% non riuscendo ad intaccare minimamente l'incremento del patrimonio boschivo che in italia è largamente siuperiore a quello agricolo.
È interessante notare che circa il 70% del legname prelevato in Italia è destinato alla produzione di legna da ardere, rappresentando una bassa pressione antropica sull'ambiente ma comportando una forte dipendenza dalle importazioni di legno e combustibili legnosi. Paradossalmente, nonostante la presenza di complessi industriali competitivi su scala internazionale nel settore del legno e della cellulosa, la domanda di materie prime legnose non è completamente soddisfatta dalle risorse forestali nazionali.
Per affrontare questa sfiida sarà quindi necessario, come indicato dal MASAF, adottare un approccio più efficiente, sostenibile e "a cascata" nella gestione delle biomasse forestali. Ciò consentirebbe di aumentare il valore prodotto dai boschi italiani e di stabilizzare la filiera locale e nazionale del legno. Inoltre, è importante considerare che le norme forestali nazionali, l'ampia diffusione della certificazione forestale e l'attenzione dei cittadini verso la sostenibilità ambientale rappresentano una garanzia di qualità e sostenibilità, a differenza delle importazioni provenienti da ecosistemi forestali a rischio e da paesi con normative meno stringenti.
Un uso più efficiente delle biomasse forestali non solo contribuirebbe a ridurre la dipendenza dalle importazioni, ma anche a promuovere la sostenibilità ambientale e ridurre significamente l'LCA, preservando le risorse naturali e riducendo l'impatto ambientale. Inoltre favorirebbe lo sviluppo di una filiera legno-energia locale e nazionale, generando benefici economici e occupazionali per le comunità rurali e montane.
Andrea Vitali