Ottobre: i consigli per orto, giardino e frutteto

A metà ottobre in campagna inizia la semina dei cereali (frumento tenero e duro, orzo, avena e segale) e prosegue la raccolta del mais a maturazione cerosa per insilati e da granella.
Nel vigneto ed in cantina si concludono le operazioni di vendemmia e pigiatura. La fermentazione delle uve nei tini deve essere attentamente sorvegliata, intervenendo se freddo con l’innalzamento della temperatura e all’occorrenza con pigiature, rimontaggi e aggiunta di fermenti.
Nel frutteto si raccolgono le nespole, si piantano gli astoni innestati nei nuovi impianti, si esegue la potatura verde sul pesco ed il trattamento contro la bolla. E’ anche tempo di trattare i limoni contro la serpentina con un prodotto a base di rotenone o di imidacloprid. Bisogna raccogliere e bruciare le foglie, per eliminare eventuali spore di funghi patogeni. È possibile moltiplicare il ribes per talea.
Nell’orto si raccolgono le arachidi, facendole asciugare al sole un paio di giorni e poi tostandole in forno. Si seminano spinaci, lattuga, cicorie, prezzemolo e fave e si piantano cipolle, “zampe” di asparagi e aglio rosa. Si possono riprodurre per divisione dei cespi le piante aromatiche e officinali perenni. Si imbiancano cardi, sedani, indivia, scarola e radicchi.
In giardino inizia il ricovero degli agrumi e delle piante delicate: gelsomini, fuchsie, gerani, calle, hippeastrum, tradescantia, ecc. In aiuole sabbiose si preparano al radicamento talee di ibisco, camelia, forsythia, cotoneaster, cidonia, lauroceraso, bosso, spirea, ecc.

Meteo
Tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre un ciclone ricolmo di aria fresca ed instabile dovrebbe giungere sul Mediterraneo e sul nostro Paese. Il tempo sarà caratterizzata da piogge e abbassamento delle temperature. Non sono da escludere fenomeni alluvionali o comunque molto abbondanti, specie al Nordovest.
Alre perturbazioni in arrivo potrebbero compromettere buona parte della prima decade di ottobre.
Visto il calo delle temperature non sono da escludere le prime nevicate di un certo rilievo sulle nostre montagne, fino a ben sotto i 2000 metri di quota.