L’eco-sostenibilità sostenibile al centro delle politiche agricole della Toscana 

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L’eco-sostenibilità sostenibile al centro delle politiche agricole della Toscana 

In apertura della 4^ Conferenza regionale dell’agricoltura l’assessora Saccardi ha fatto il punto sul passaggio dalla programmazione 2014-22 alla programmazione 2023-27 ribadendo la centralità della sostenibilità ambientale, ma coniugata con quella economica. Alla tavola rotonda politica De Castro ha accusato la Commissione Europea di non dialogare con gli agricoltori: «i fitofarmaci servono a combattere le malattie, senza percorsi alternativi i nostri chiuderanno e importeremo prodotti meno sostenibili». Alcuni dati sull’agricoltura toscana e gli scenari del settore.

«Abbiamo fatto scelte molto forti in questa regione sulla sostenibilità, soprattutto dal punto di vista ambientale, e questo occuperà anche nella prossima programmazione oltre il 40% dei fondi. Crediamo in questo modo di poter andare nella direzione che l’Europa ci indica, come ci dicevano gli onorevoli De Castro, Laureti e Danti, in questa linea di un’agricoltura sempre più eco-compatibile, ma anche sempre più motore di sviluppo e crescita del territorio. La Toscana è un attore in linea con l’Europa».
Così l’assessora all’agricoltura e vice presidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, sentita al termine della prima giornata della “Quarta conferenza regionale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale”, in programma da ieri a oggi alla Camera di Commercio di Firenze. Un evento organizzato dalla Regione per fare il punto su ciò che è stato fatto negli ultimi 6 anni nei settori agricolo, agroalimentare, forestale e dello sviluppo rurale e per anticipare le linee strategiche per la futura programmazione dei sostegni previsti dal Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (Feasr) per il periodo 2023-27, cui si aggiungono i fondi nazionali e quelli regionali, per un totale di 749 milioni di euro così suddivisi: 17,79% di fondi regionali, 41,51% di fondi nazionali, 40,70% di fondi europei e, nello specifico, del Feasr.
Conferenza intitolata “Seminare la sostenibilità”, come aveva spiegato nella sua relazione introduttiva la vicepresidente Saccardi, perché «la sostenibilità è la principale sfida che ci pone la programmazione europea 2023-27». Ma quale eco-sostenibilità o eco-compatibilità? Questione non secondaria se pensiamo alle accuse mosse ieri alla Commissione Europea dall’ex ministro delle politiche agricole Paolo De Castro, da tanti anni membro influente della Commissione per l’Agricoltura del Parlamento Europeo, durante il suo intervento alla tavola rotonda “L’agricoltura e l’agroalimentare tra sostenibilità e innovazione”, a cui sono intervenuti anche i suoi colleghi europarlamentari Camilla Laureti e Nicola Danti e l’assessore regionale all’economia Leonardo Marras. De Castro ha accusato infatti la Commissione Europea di aver forzato la mano sulle norme legate al Green Deal senza dialogare con gli agricoltori: «il tema è il modo in cui la Commissione Europea sta gestendo la transizione ecologica non la transizione ecologica in sé», che non si discute, solo che «dobbiamo farla con gli agricoltori». E invece, mentre negli Stati Uniti d’America hanno appena varato un provvedimento che dà «20 miliardi di dollari agli agricoltori anche per la transizione ecologica, noi solo target», per non parlare della «questione dei tempi». In particolare, sul tema scottante della riduzione dei fitofarmaci De Castro ha affermato che il problema non è che gli agricoltori non vogliono ridurre la chimica, ma come deve essere fatta la riduzione. «I fitofarmaci – ha detto - servono a combattere le malattie, senza percorsi alternativi i nostri chiuderanno e importeremo prodotti meno sostenibili. Bisogna creare i percorsi alternativi. Ci sono gli strumenti, ma vanno elaborati». Ad esempio le nuove tecniche genomiche o “Tecniche di Evoluzione Assistita”.
Ebbene, sul tipo di transizione ecologica ed eco-sostenibilità in agricoltura da perseguire, abbiamo chiesto chiarimenti all’assessora Stefania Saccardi dopo la fine dell’incontro, richiamando proprio queste affermazioni critiche di De Castro sulla mancanza di sufficienti misure di accompagnamento per la riduzione dell’uso di fitofarmaci a livello europeo e anche quanto da lei stessa sottolineato durante la sua relazione introduttiva a proposito della «necessaria gradualità» nella riduzione degli input chimici (con un riferimento esplicito positivo a quanto già fatto dal Distretto vivaistico di Pistoia in questo senso con una «riduzione del 50% della chimica», direzione di marcia su cui la Regione insisterà ma «con razionalità e moderazione»).

tavoloconferenzaagricoltura

«Nessuno auspicherebbe un maggior uso della chimica – ci ha risposto la vicepresidente Saccardi -. Tutti siamo qui ad auspicare naturalmente il minor utilizzo possibile di fitofarmaci, ma è chiaro che questa transizione ecologica dovrà avere i suoi tempi e le sue modalità. E soprattutto le imprese dovranno essere accompagnate in questo percorso perché nessuno vuol fare sotto questo profilo uno scelta ideologica, ma una scelta necessitata dalla realtà e dalle condizioni. Quindi da un certo punto di vista bisogna aumentare e sostenere la ricerca e la cosiddetta agricoltura di precisione e dall’altro bisogna accompagnare le aziende verso questa transizione ecologica, che è necessaria ma che deve essere in qualche modo sorretta e sostenibile per le imprese, perché la sostenibilità è anche sostenibilità economica non solo ambientale e quindi bisogna dare una mano a distretti come quello di Pistoia, che è un elemento importante per l’economia e per l’occupazione e per la qualità della nostra regione».

Ma sono stati tantissimi gli argomenti affrontati nel corso della prima giornata della Conferenza regionale dell’agricoltura, sia nella relazione introduttiva dell’assessora Saccardi che nelle relazioni tematiche di scenario, moderate dal direttore del dipartimento “Agricoltura e sviluppo rurale” della Regione Roberto Scalacci, dei presidenti dell’Accademia dei Georgofili Massimo Vincenzini (su una corretta valutazione del bilancio di CO2 in agricoltura) e dell’Ismea Angelo Frascarelli (sull’esigenza di un’agricoltura smart capace di coniugare produttività e sostenibilità agricola tramite l’innovazione), dei direttori dell’Unità di missione Pnrr del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) Marco Lupo (sullo stato di avanzamento delle quattro voci del «Pnrr del Masaf») e di Artea Fabio Cacioli (sui dati dei pagamenti di Artea e sul futuro degli organismi pagatori), di Alessandro Monteleone del Crea – Rete rurale nazionale (su come è strutturato il PSP-Piano strategico della Pac da 36 miliardi di euro approvato lo scorso dicembre), di Sara Turchetti dell’Irpet (su come si è evoluta l’agricoltura toscana dal 2010 al 2020 e sulle sue tendenze) e di Sabina Borgogni dell’Autorità di gestione del Csr Feasr (su come è cambiata la programmazione dello sviluppo rurale della Toscana dal 2017 al 2023).
«Vogliamo uno sviluppo rurale di qualità – ha sottolineato Stefania Saccardi nella sua relazione – e per averlo dobbiamo trovare ulteriori risposte ai bisogni delle imprese, nel rispetto del nostro territorio. A sei anni dalla precedente Conferenza abbiamo davanti nuove criticità: la gestione dell’acqua, il diffondersi delle nuove fonti di energia, l’inquinamento, l’abbandono agricolo e rurale, lo sfruttamento del lavoro agricolo, le pratiche commerciali sleali, le criticità economiche legate anche all’aumento dei costi delle materie prime, alla pandemia, alla guerra in Ucraina. Condividiamo il Green Deal europeo, dobbiamo mettere al centro la salvaguardia dell’ambiente, ma una salvaguardia che passi dalla gestione dell’ambiente e non dall’abbandono. Agricoltura e silvicoltura sono e devono restare i principali alleati nella lotta per la nostra difesa dell’ambiente e del paesaggio, stando attenti a non danneggiare quello che abbiamo per rincorrere generiche affermazioni di principio». 
La Toscana è sulla buona strada sulla via della sostenibilità e della compatibilità ambientale, ha proseguito Saccardi: ha già superato gli obiettivi nazionali del Piano d’azione per l’agricoltura biologica, che mira a raggiungere il target del 25% delle superfici agricole a biologico entro il 2030, e ad oggi in Toscana è attestata al 34%. Ma si può fare ancora di più e vanno utilizzate le risorse della nuova programmazione per proseguire sulla strada tracciata.
Tra i principali interventi realizzati nella prima metà di questa legislatura, Saccardi ha ricordato in particolare proprio il sostegno al biologico, «con 5.907 aziende finanziate nel 2021 per un importo complessivo di € 67.385.329 e 5.892 aziende finanziate nel 2022 per un importo complessivo di € 67.214.276. E il nostro impegno per il biologico continuerà nella programmazione 2023-2027 con 204 mln di euro totali, cifra che auspichiamo possa anche aumentare».
La vicepresidente Saccardi si è soffermata anche sull’importanza strategica del settore vitivinicolo, che ha beneficiato negli ultimi due anni di 59,5 milioni, con  interventi di ristrutturazione e riconversione dei vigneti, il miglioramento delle cantine e la promozione verso i paesi terzi. E ha poi ripercorso i bandi pubblicati dalla Regione negli ultimi anni e le innovazioni portate avanti: dal sostegno all’agricoltura sociale, alla promozione del benessere animale, ai bandi per il rinnovo generazionale o per l’agricoltura di precisione.
«Servono procedure sempre più semplici – ha sottolineato Saccardi - che agevolino la partecipazione delle imprese agricole ai bandi e che garantiscano tempi adeguati per l’erogazione delle risorse finanziarie. So che le novità della nuova Politica agricola comunitaria possono esser vissute con diffidenza: la riduzione delle disponibilità finanziarie per il pagamento diretto dei premi agli agricoltori a fronte dell’introduzione di ecoschemi che premiano i comportamenti più virtuosi; il Fondo di mutualizzazione nazionale che introduce una copertura mutualistica contro gli eventi meteo catastrofali; il rafforzamento dell’attenzione sulle condizioni dei lavoratori agricoli, altro fronte su cui la Toscana è già avanti rispetto ad altre realtà nazionali e europee. Tutto questo, che ci auguriamo venga declinato in modo efficiente, può rappresentare anche un’opportunità per valorizzare quella maggior parte degli agricoltori che rispetta le norme e contrasta, invece, quelli che distorcono il mercato e danneggiano il lavoro agricolo e l’immagine dell’agricoltura».

Alcuni dati sull’agricoltura toscana
La Toscana è coperta da terreni agricoli e forestali: l'agricoltura e la selvicoltura è collocata prevalentemente in aree collinari e montane. La superficie totale del territorio toscano è coperta per il 25% da montagna, il 67% da collina e solo l’8% da pianura.
La superficie agricola utilizzata è distribuita per il 77% in collina e per il 13% in montagna mentre le foreste occupano circa il 50% della superficie totale, ripartite per il 55% in montagna e per il 43% in collina. Questi numeri evidenziano la forte influenza dell'attività agricola sul paesaggio e sulla sicurezza idrogeologica, rimarcando pertanto come l’agricoltura e la selvicoltura siano e debbano restare il principale interlocutore nella difesa dell'ambiente e nella valorizzazione del paesaggio.
Il sistema produttivo agricolo toscano è una realtà che conta oltre 52.000 aziende agricole alle quali si aggiungono circa 5.000 imprese agro-industriali, che forniscono prodotti e servizi di alta qualità.
L’agricoltura toscana produce annualmente un valore di 3 miliardi e mezzo di euro di prodotti vegetali e animali, della silvicoltura e della pesca, contribuendo per circa il 3% al prodotto interno lordo regionale. 
Per la Toscana le risorse previste nello Sviluppo rurale (Feasr) per le annualità 2023-2027 ammontano a poco meno di 749 milioni di euro (nel complesso all’Italia sono state attribuiti quasi 27 miliardi di euro cui si aggiungono il cofinanziamento nazionale e regionale per gli interventi di sviluppo rurale).

L.S.