Rinnovabili per Pescia: serre a geotermia, scuole a biomasse
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Coldiretti presenta il nuovo servizio di consulenza sulle energie rinnovabili e propone per la floricoltura e le serre pesciatine l’energia geotermica, anche combinata con i pannelli solari. La Provincia di Pistoia segnala la nuova centrale a biomasse di Pescia nel complesso scolastico Marchi-Sismondi-Pacinotti.
Pescia a tutte rinnovabili. Coldiretti Pistoia suggerisce oggi con un comunicato stampa che il futuro del fiore pesciatino potrebbe venire dal sottosuolo. L’energia geotermica abbatte infatti i costi per riscaldare le serre, che con il caro-gasolio si mangiano un terzo dei ricavi. Senza dimenticare le altre energie alternative, a cominciare dal fotovoltaico. Nel frattempo, sempre oggi, la Provincia di Pistoia segnala la nuova centrale a biomasse (materiale forestale cippato) entrata in funzione a Pescia, presso il complesso scolastico Marchi-Sismondi-Pacinotti, per il riscaldamento dei locali e per la produzione di acqua calda a fini igienico sanitari.
La proposta di fare un «utilizzo massivo del geotermico» per «il rilancio della floricoltura pesciatina» è stata avanzata nel corso dell’affollata assemblea di oltre 100 agricoltori, e in particolare florovivaisti, tenutasi lunedì 28 gennaio nei locali del Comicent di Pescia. Appuntamento durante il quale il direttore di Coldiretti Pistoia Vincenzo Tropiano ha presentato il nuovo servizio di consulenza sulle energie rinnovabili (geotermia, fotovoltaico, eolico, biomasse ecc.) introdotto dalla sua associazione agricola per aiutare gli imprenditori e soprattutto le serre dei floricoltori a «ridurre i costi di produzione ed essere competitivi sul mercato».
L'energia geotermica di cui il pesciatino può beneficiare, si legge nel comunicato, sfrutta lo scambio termico con il sottosuolo superficiale (tre metri), per mezzo di una pompa di calore. In estate, poi, l'impianto può servire a raffreddare le serre, restituendo calore al terreno. I tipici fiori pesciatini sono molto richiesti dal mercato, ma gerbera, crisantemina programmata, calla, lilium sono colture che richiedono temperature di 15 gradi. E con un gasolio così caro le imprese tendono a ridurne la produzione. «Si innesca così un circolo vizioso per il polo pesciatino - spiega Tropiano -. Col calo della produzione i clienti cercano altrove. Con il geotermico, magari in combinazione con i pannelli solari, si abbattono i costi di produzione, innescando un circuito virtuoso». Il servizio di consulenza di Coldiretti su energie rinnovabili è sempre attivo su appuntamento, mentre il martedì è garantita la presenza presso la sede di Pistoia.
Ma è già realtà la nuova centrale a biomasse del complesso scolastico Marchi-Sismondi-Pacinotti realizzata dalla Provincia di Pistoia con il contributo della Regione Toscana e la collaborazione tecnico-progettuale di Cosea Ambiente spa. Serve le palestre, le piscine, l’officina dell’istituto professionale, insieme alla palazzina della direzione scolastica. In tutto circa 1900 utenti fra studenti, corpo docente, personale Ata e amministrativi. L’impianto, che fornisce energia elettrica utilizzando il calore prodotto dalla combustione delle biomasse legnose (circa 600 tonnellate annue di materiale forestale cippato con umidità di classe 25 – 30%) consente di riscaldare quasi 21 mila mq di superfici. E’ dotato di una potenza nominale di 1,20 Megawatt e consente un risparmio di combustibili fossili di 172 TEP (Tonnellata Equivalente di Petrolio) all’anno e di Co2 emesso in atmosfera di 430 T (Tonnellata) annuo, con una emissione di ceneri pari a 8 mc/annuo.
Come sottolineato dall’assessorato all’ambiente della Provincia di Pistoia, poi, la produzione e il consumo delle biomasse rivestono un ruolo fondamentale nelle politiche energetiche e sono funzionali sia alla tutela del territorio, che allo sviluppo del patrimonio agricolo e forestale. In questo senso va anche la costituzione del Distretto Forestale, riconosciuto dalla Regione Toscana, che attraverso la collaborazione di tutti i soggetti interessati punta ad aumentare la competitività dei sistemi produttivi della montagna, attraverso la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse territoriali e ambientali e la crescita di un sistema di imprese, organizzate in filiere produttive, a partire proprio da quella delle biomasse.
L.S.