Per Cia l'accordo CETA è un'opportunità

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Per Cia, in posizione nettamente opposta a Coldiretti, l'accordo commerciale di libero scambio con il Canada (CETA) è una preziosa opportunità per il sistema agroalimentare Made in Italy. Per l'associazione di categoria si conferma così la volonta di apertura politica, sociale e commerciale a favore di nuovi sbocchi commerciali e maggiori spazi per investimenti.

Cia-Agricoltori Italiani ribadisce la sua posizione, anche nel corso dell'audizione informale nell'ambito dell'esame del disegno di legge n. 2849 (ratifica Accordi UE-Canada partenariato strategico economico e commerciale presso la Commissione Affari esteri del Senato). «L'inclusione nel capitolo relativo alla proprietà intellettuale, del riconoscimento di una lista di indicazioni geografiche, ancorché limitata, rappresenta un principio innovativo, rispetto all'approccio tradizionale del mercato internazionale, che potrà garantire standard di tutela delle produzioni di qualità maggiori rispetto allo status attuale».
Per Cia è inoltre degna di nota la modifica del sistema giudiziario nella risoluzione delle controversie per la protezione degli investimenti. Inoltre, l'accordo conferma ed enfatizza il principio di liberalizzazione del commercio internazionale mediante l'eliminazione reciproca dei dazi doganali su quasi tutte le merci.
«Attualmente - aggiunge Cia - il CETA acquisisce un ulteriore valore poiché conferma la volontà di apertura politica, sociale e commerciale un momento nel quale si registrano sempre più azioni volte a enfatizzare politiche commerciali di stampo protezionistico che certamente non sono di sostegno al comparto agroalimentare italiano ed europeo che necessita di nuovi sbocchi commerciali anche a fronte di una domanda interna che diminuisce e di mercati strategici instabili per ora non accessibili (si veda il caso dell'embargo russo).»
Per Cia l'accordo porta ad una maggiore competitività dell imprese europee sul mercato canadese e a maggiori spazi per gli investimenti. I vantaggi secondo l'associazione sono: più tutele, diritti e opportunità di lavoro in Canada; il mercato canadese dei servizi più aperto alle imprese UE; benefici per i consumatori (OGM, divieto di commercializzare carne bovina trattata con ormoni) e ambiente (impegni reciproci sullo sviluppo sostenibile); maggiore tutela per le produzioni di qualità (sistema delle indicazioni geografiche); 41 prodotti DOP/IGP Made in Italy finalmente protetti dalle imitazioni.
Per Cia dopo oltre venti anni di divieti e sentenze, le denominazioni “Prosciutto di Parma” e “Prosciutto San Daniele” potranno essere utilizzate in Canada; in più, 32.000 tonnellate di formaggi europei saranno esportati in Canada a dazio zero, di cui 16.800 di formaggi ad alta qualità. «Le importazioni di carne canadese dovranno essere limitate nelle quantità e conformi alla regolamentazione UE (non trattate con ormoni). La carne bovina canadese che verrà liberalizzata (gradualmente), vale lo 0,6% dei consumi UE, quella suina lo 0,4%. Il grano canadese (duro e tenero di alta qualità) continueranno, come accade oggi, ad essere importati a dazio zero.
Le importazioni in Europa di mais canadese a dazio zero saranno graduali e raggiungeranno, a regime, 8000 tonnellate annue. Saranno rimosse importanti barriere commerciali che, ad oggi, penalizzano le esportazioni europee di prodotti alcolici e di vini. Saranno ridotte ed eliminate tariffe sulle esportazioni di importanti prodotti agroalimentari europei (prodotti a base di cereali come pasta, e biscotti, preparati di frutta e verdura, ecc..).»
La Cia-Agricoltori italiani da sempre ha espresso una posizione tendenzialmente favorevole ai negoziati bilaterali tra UE e Paesi terzi, laddove il bilanciamento degli interessi difensivi ed offensivi risulti equilibrato e basati su concetti e principi di reciprocità, considerato anche l'evolvere estremamente lento e frammentario della trattativa multilaterale in ambito WTO.
 
Redazione