Agrobiodiversità: le Regioni a Firenze per tutelare varietà e razze
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Il convegno nazionale dedicato all'Agrobiodiversità, organizzato da Regione Toscana a Firenze, ha permesso di «evidenziare le peculiarità e anche le diverse sensibilità con cui le singole Regioni hanno affrontato questa materia, ma anche di far emergere la spinta a fare rete per meglio cogliere le opportunità che si legano alla fase attuativa della nuova legge nazionale» come ha ricordato Remaschi.
«La salvaguardia delle varietà di frutta, ortaggi, cereali, foraggi e delle razze autoctone è uno dei fondamenti delle nostre politiche agricole. Proteggere dal rischio di estinzione e valorizzare questo patrimonio di biodiversità è elemento irrinunciabile della nostra strategia volta a garantire l'identità di un territorio, la sua cultura rurale, il lavoro degli agricoltori che ci vivono». Con queste parole l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi ha aperto il suo intervento al convegno nazionale dedicato alla Agrobiodiversità, organizzato dalla Regione Toscana a Firenze, nella sala Pegaso di palazzo Strozzi Sacrati.
Il convegno ha permesso di mettere a fuoco e confrontare le normative e le attività sulla tutela e conservazione dell'Agrobiodiversità di almeno otto regioni italiane, a partire dalla esperienza della Toscana, la prima regione che ha affrontato queste tematiche ben 20 anni fa. Inoltre l'incontro di oggi ha permesso un confronto sulle potenzialità della legge nazionale su questa materia, la 194 del 2015, recentemente approvata.
La agrobiodiversità è un sottoinsieme del più grande tema della "biodiversità" e riguarda in modo specifico le varietà vegetali e le razze animali, coltivate o allevate e il territorio ad esse legato.
Questo tema è venuto alla ribalta perché la diversità della natura coltivata o allevata è stata messa a rischio dall'industrializzazione dell'agricoltura. La spinta alla massima produttività delle colture ha infatti richiesto la selezione e la diffusione di cultivar uniformi e standardizzate sia a livello delle sementi che del loro metodo di coltivazione.
«La Toscana – ha detto ancora l'assessore - è stata la prima regione a censire il suo patrimonio di agrobiodiversità. In questo modo abbiamo potuto scoprire che vi erano ben 700 varietà a rischio estinzione. Il passo successivo è stato conservarle, e, laddove possibile, reimmetterle in un circuito produttivo e commerciale».
Il lavoro su questo tema è cominciato in Toscana nel 1997, con una specifica legge regionale (la L.R. 50/97) sulla tutela delle risorse genetiche autoctone locali, che nel 2004, è stata modificata e sostituita dalla LR 64/2004 su "Tutela e valorizzazione del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario, zootecnico e forestale", legge per la quale la Regione Toscana ha ricevuto nel 2010 una Menzione d'Onore dal World Future Council (fondazione impegnata sul fronte dell'individuazione e sostegno alle migliori politiche sostenibili e rispettose dei diritti universali).
Attualmente sono oltre 700 le varietà di frutta, ortaggi, cereali, foraggi "autoctoni" della Toscana che sono a rischio di estinzione. Fra le specie animali le razze autoctone a rischio di estinzione sono 21. Per mantenerle in vita e impedire che si estinguano la Regione ha da tempo istituito un sistema di "Banche del Germoplasma" e di Coltivatori Custodi (quasi 200 in Toscana) che sono i protagonisti della conservazione di queste specie.
Redazione