Uiv: crediti non pagati dall’Horeca per 500 mln, necessari aiuti ad hoc

Vino italiano nel 2020

L’Unione italiana vini rivela che nel 2020 i crediti non corrisposti dall’ Hotellerie-Restaurant-Café alle imprese del vino sono stati di 500 milioni di euro e che le vendite nel “fuori casa” sono diminuite tra -1,5 e -1,8 miliardi di euro. Il segretario generale Castelletti: «attivare misure di sostegno per far fronte alla sofferenza dei mancati pagamenti e strumenti a sostegno della ristorazione». Per l’Osservatorio di Uiv l’anno scorso il mercato interno ha perso in valore dieci volte di più di quanto perso dal mercato estero: -24% (Horeca -38%) contro -2,3% dell’export. Gdo a +12%.


«I lockdown hanno fortemente penalizzato la ristorazione e con essa il mondo del vino, che solo in Italia registra nell’ultimo anno crediti non corrisposti dall’horeca per 500 milioni di euro e mancate vendite nel ‘fuori casa’ per 1,5/1,8 miliardi di euro. Ora, con le riaperture a singhiozzo previste nelle bozze del Dl Riaperture, la normalità è ancora lontana e le tensioni finanziarie si fanno sempre più forti. Per questo chiediamo al Governo di attivare con il ‘Fondo filiere in crisi’ anche misure di sostegno per far fronte alla sofferenza dei mancati pagamenti e strumenti a sostegno della ristorazione». 
E’ quanto dichiarato ieri dal segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, a commento della discussione sul Decreto legge “Riaperture” che era all’ordine del giorno in Consiglio dei ministri. «La ristorazione – ha aggiunto Castelletti – è da sempre la migliore alleata del vino e anche in questa congiuntura condividiamo le difficoltà di uno dei settori più colpiti dalla crisi, certi che una volta tornati alla normalità il binomio torni a essere il principale testimonial del made in Italy. Uiv ritiene che in vista delle riaperture – in particolare le più imminenti degli Stati Uniti e del Regno Unito – il settore necessiti anche di una forte azione di promozione per capitalizzare la propria immagine nel mondo e intercettare il ‘rimbalzo’ dei consumi che dovrebbe arrivare più velocemente in alcuni mercati internazionali. È necessario, dunque, aumentare il budget della misura Ocm promozione e semplificare le regole».
Secondo l’Osservatorio di Unione italiana vini, la maggior presenza di vino in cantina (+3,6% sul pari periodo del 2020) è determinato da un’ultima vendemmia in crescita del 3,2%. Ne consegue che gli attuali 200mila ettolitri in eccedenza rispetto allo scorso anno siano quasi totalmente un effetto della maggior produzione. Lo scorso anno il mercato interno (-24% a valore) ha perso dieci volte più dell’export (-2,3%, a 6,3 miliardi di euro), con l’horeca a -38%, le enoteche a -23%, la vendita diretta a -19% a fronte di una crescita del 12% delle vendite nella grande distribuzione. I numeri nel complesso, attenuati dalle performance delle grandi aziende che lavorano con la Gdo, non svelano però le forti difficoltà di migliaia di piccoli e medi produttori, spina dorsale del prodotto Italia, da sempre legati al comparto della ristorazione.

Redazione