Riduzione resa per Brunello e Chianti, che nel 2021 avrà un calo produttivo del 15%   

La Regione Toscana ha accolto le richieste dei consorzi Brunello di Montalcino e Vino Chianti di ridurre la resa di uva destinata alla produzione di vino nel 2021. L’assessora Saccardi: «l’obiettivo è stabilizzare il mercato in un momento storico particolare». Spiega il presidente del Consorzio Vino Chianti Busi: il calo produttivo per la gelata nella vendemmia 2021 non sarà del 30% ma “solo” del 15%, intanto a giugno le vendite sono aumentate del 15% sul 2020 e i prezzi alla produzione sono saliti del 15/20%; una riduzione delle rese del 15% manterrà l’equilibrio fra mercato e produzione. Riguardo al Brunello, ci sarà una riduzione oltre il primo ettaro. 


«Provvedimenti utili in questo periodo a favore dei produttori e del mercato». Così l’assessora all’agricoltura della Regione Toscana Stefania Saccardi ha definito ieri l’approvazione, all’ultima Giunta regionale, delle delibere che disciplinano la produzione della vendemmia 2021 del Consorzio Vino Chianti e del Consorzio Brunello di Montalcino accogliendo le richiese dei due consorzi di ridurre le rese di uva destinate alla produzione.
In particolare, il Consorzio Vino Chianti ridurrà del 15% le rese ad ettaro e a ceppo dell’uva destinata a diventare vino a DOCG Chianti, anche con riferimento alle cosiddette  “Sottozone” e alla menzione “Superiore”.
Il Brunello invece lascerà invariata la quantità massima di uva rivendicabile come vino a DOCG Brunello di Montalcino per il primo ettaro di vigneto e oltre il primo ettaro ridurrà da 80 a 70 q/ha. Riguardo al Consorzio del Brunello i viticoltori potranno realizzare la riduzione della resa non solo in campo, ma anche mediante il cosiddetto “declassamento” di un corrispondente quantitativo di vino classificato come vino pronto a divenire DOCG Brunello di Montalcino, prodotto nelle tre annate precedenti e giacente in azienda.
«Dopo esserci confrontati con la filiera vitivinicola regionale – ha affermato la vicepresidente Saccardi -  non vi è dubbio che per entrambe le denominazioni, da anni impegnate nella costante ricerca di un equilibrio di mercato e di un buon livello di remunerazione dei prezzi, anche per la vendemmia di quest'anno occorre contenere la resa produttiva dei vini in questione. L’obiettivo: stabilizzarne il mercato attraverso un riequilibrio fra domanda e offerta in un momento storico particolare, con conseguente consolidamento dei prezzi».
A spiegare la scelta di una riduzione della resa del 15% e a fare il punto della situazione per il vino Chianti è una nota di ieri del presidente dell’omonimo consorzio, Giovanni Busi, in cui si parla di «sospiro di sollievo» per la vendemmia 2021. «Dopo la gelata del maggio scorso le piante hanno reagito bene, quindi avremo una buona produzione – dice Busi -. Non sarà un'annata eccezionale da un punto di vista quantitativo, ma il danno è minore di quello che pensavamo: la produzione sarà più scarsa del trend normale, ma rispetto alla prima stima che vedeva una riduzione media del 30-40%, ora prevediamo un -15%».
Inoltre sul fronte delle vendite di vino Chianti, le ultime notizie sono buone con un +15% a giugno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. E nell’ultimo mese si è registrato un aumento dei prezzi per la produzione del 15-20%. Quindi il presidente del Consorzio Vino Chianti dice che siamo sulla strada giusta e che la decisione presa all’ultima assemblea di giugno, che ora ha ricevuto il via libera della Regione, di ridurre le rese del 15% «non è stata fatta perché non c'è mercato per il Chianti, tutt'altro, ma per mantenerlo in equilibrio ai prezzi attuali senza creare sbalzi eccessivi». «Per fortuna il mercato sta riprendendo e il prodotto in magazzino c'è, quindi con questa decisione garantiamo un ritorno economico maggiore per la fase della produzione». Insomma, come ribadito da Busi, «l'obiettivo finale è quello di consolidare la crescita al fine di garantire alla fase della produzione una marginalità che prima non c’era».

L.S.