Export di vino -2,7% (-3,4% in valore) nei primi 10 mesi del 2020

Le elaborazioni di Ismea (su dati Istat) sulle esportazioni di vino italiano nei primi dieci mesi del 2020. La riduzione degli incassi soprattutto fuori dall’Unione europea: in Usa (-5,9%) e Uk (-9,5%) in primis, ma in termini relativi ancora di più in Giappone (-18,6%) e Cina (-33,6%). Ismea stima a fine 2020 un volume di 20,8 mln di ettolitri esportati per 6,2 mld di euro (nel 2019 erano 6,4 mld) e comunica che Francia e Spagna stanno facendo peggio dell’Italia.


«Si conferma anche ad ottobre il calo delle esportazioni di vino italiano, maturato soprattutto nei primi mesi della crisi sanitaria ma che il periodo autunnale non è riuscito a contenere. Il dato puntuale del mese fa segnare, infatti, una flessione in volume del 6% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, a fronte di una perdita in valore limitata al 3%».
Si apre con il risultato dell’ottobre 2020 il report di Ismea (su dati Istat), che è stato diffuso il 20 gennaio, sull’export di vino italiano nei primi 10 mesi dell’anno scorso. Periodo che ha visto «varcare le frontiere un quantitativo di 17,2 milioni di ettolitri di vino (-2,7% su base annua) per 5,11 miliardi di introiti complessivi». Con una perdita in valore che è stata più che proporzionale: «meno 3,4% sullo stesso periodo del 2019».
«Tra le destinazioni, tenuto conto che il Regno Unito è ormai a tutti gli effetti fuori dai confini comunitari, - si legge nella nota di Ismea - le perdite più pesanti sono state registrate nei Paesi extra Ue dove al -2,3% in volume si affianca un -5,7% in valore. Di contro, all'interno della Ue, la riduzione dei volumi del 3% si è tradotta in una sostanziale tenuta degli incassi. L'export italiano ha avuto battute d'arresto di una certa entità in due dei principali Paesi clienti: Stati Uniti (-5,9% in valore) e Regno Unito (-9,5%), e perdite rilevanti in estremo Oriente ( -18,6% in Giappone e -33,6% in Cina)». Al contrario si evidenziano aumenti del fatturato in Germania (+4%, nonostante il -1,5% in quantità), che è la seconda più importante destinazione delle cantine tricolori, nei Paesi Bassi (+17% in quantità e + 16,30% in valore), nella Penisola Scandinava, in Svizzera e in Canada, a fronte di una tenuta sul mercato russo.
«Se tale trend fosse mantenuto – osserva l’Ismea - il 2020 potrebbe chiudersi con 20,8 milioni di ettolitri spediti oltre frontiera, per un controvalore di 6,2 miliardi di fatturato. Una perdita rispetto al record dei 6,4 miliardi del 2019, tutto sommato contenuta se valutata alla luce della forte riduzione degli scambi internazionali di vino e delle performance più deludenti dei principali competitors. Dalle elaborazioni Ismea su dati IHS emerge infatti per la Francia una perdita del 7% delle esportazioni in volume e di oltre il doppio in valore (-15%), mentre la Spagna ha ceduto rispettivamente il 10 e il 5 per cento».

L.S.