Pescia, Olea 2014: tra preoccupazioni per il momento congiunturale negativo e ipotesi di rilancio
Questa mattina all'istituto D. Anzilotti di Pescia si e' svolto il tradizionale convegno sull'olio e l'olivicoltura In un momento non facile, la cui gravità è segnata dalla richiesta del riconoscimento dello stato di calamità naturale -come evidenzia il Sindaco Oreste Giurlani-. il Convegno è diventato un importante momento di riflessione per capire come poter intervenire al fine di riportare l'olio italiano alla sua originaria eccellenza
Ha aperto il convegno la Dirigente Scolastica dell'Istituto Agrario pesciatino, Francesca Giurlani, ricordando da subito la necessità di riflettere sulle competenze e i saperi che si possiedono nell'ambito dell'agricoltura, e in particolare dell'ulivo, per rilanciare l'olio extravergine d'oliva. Sta poi ad Oreste Giurlani, sindaco di Pescia, ricordare e sottolineare il momento difficile che stiamo attraversando in questo campo per cui proprio la settimana scorsa, in occasione di un incontro con l'assessore regionale Salvadori e le associazioni di categoria, è stato chiesto il riconoscimento di calamità naturale per l'olio e la castagna. Il governo dovrà intervenire anche sull'imu dei terreni agricoli, prosegue Giurlani: "Invece che colpire gli imprenditori agricoli e i proprietari terrieri con un duro colpo come questo, il governo dovrebbe aiutarli. Non ci si deve meravigliare poi se le persone smettono di fare gli agricoltori o di vivere in montagna. Il governo ha rinviato la scadenza dal 16 dicembre al 26 gennaio, ma non basta: deve ritirare la norma." Sulla scia dell'affermazione dell'importanza dell'agricoltura, soprattutto per il territorio pesciatino, Giurlani lancia l'idea di una Fiera dell'Olivo, a carattere tecnico, da tenersi a Pescia per mettere sul mercato un prodotto certificato che potrebbe ad esempio rifornire di nuove piante regioni come Calabria o Puglia, che si trovano in serie difficoltà. A chiudere gli interventi delle istituzioni, il deputato PD, Edoardo Fanucci: "In scuole come questa si racchiude il nostro saper fare, che i ragazzi possono portare ed esportare all'estero per poi però farlo crescere qui, in Italia. Abbiamo grandi risorse nel nostro essere Toscana e dobbiamo valorizzare le nostre eccellenze. Nei nostri oleifici non c'è più olio, allora la politica deve intervenire per aiutare queste realtà e supportare la ricerca di tecniche innovative. La politica può inoltre intercettare le risorse necessarie per l'edilizia scolastica, dato il grande aumento degli iscritti alle scuole superiori di Pescia. Sono vicino a scuole come questa e alle sue finalità". E a parlare dell'Istituto Agrario sono proprio gli studenti, tre di loro presentano in breve la scuola dal 1900 ad oggi, mostrando come si è evoluta nel tempo. Quattro indirizzi di studio che hanno registrato un aumento di iscrizioni del 70%. Tiziano Caruso, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università di Palermo, ha lodato il convegno ribadendo come esso sappia far incontrare personalità di riferimento mondiale del settore: è fondamentale infatti l'opera di divulgazione verso i giovani. Per conoscere la centralità dell'olivo per il territorio italiano, basta pensare che esso si trova perfino nelle valli alpine, dove, dal 1500 al 1700, vennero trasferiti alcuni esemplari toscani che ancora oggi possiedono ceppaie che hanno ributtato. In vista di Expo 2015, che, si prevede, attrarrà fino a 60 milioni di visitatori, si deve pensare a condurre questi ultimi verso i territori della produzione per far conoscere loro direttamente il "Made in Italy", di cui sono già ottimi ambasciatori i giovani italiani che lavorano all'estero come cuochi. Il sistema agroalimentare sarà al centro di Expo 2015 e il riconoscimento del claim salutistico all'olio extravergine di oliva ribadisce il suo ruolo determinante all'interno della dieta mediterranea quale prodotto che fa bene alla salute. "Per operare un salto di qualità è necessario affidarsi ai tecnici per la difesa del frutto dell'olivo dagli attacchi parassitari", conclude Caruso. Beniamo Tripodi opera da circa trent'anni nel settore oleario per Pieralisi e apre il suo intervento affermando che la tecnologia olearia parla italiano e tale leadership è già riconosciuta a livello mondiale. Ma quanto è importante l'olivicoltura in Italia? Sono presenti un milione di ettari e altrettanti olivicoltori, 5800 frantoi per una produzione che l'anno scorso si aggirava attorno alle 324 mila tonnellate, diventate quest'anno 250 mila, a fronte però di un fabbisogno di 700 mila tonnellate. Lo sbilancio che si registra allora si aggira attorno alle 500 mila tonnellate, dato grave se visto alla luce della non troppo lontana acquisizione da parte della Spagna di tre marchi italiani d'eccellenza dell'olio extravergine d'oliva, per soli 900 milioni di euro. Si domanda Tripodi perché tale operazione non abbia suscitato nessun commento visto che si è persa così un'importante risorsa italiana. Tripodi ha poi illustrato le varie fasi della raccolta delle olive, del lavaggio di esse, della frangitura, della gramolatura, dell'estrazione (a tre fasi o a due fasi, quest'ultima costituita da sansa umida e mosto oleoso, sistema dal minor impatto ambientale e che ottiene più olio). In vista del raggiungimento degli obiettivi europei "Horizon 2020" di diminuzione del 20% di Co2 e dell'ottenimento di almeno un 20% di energia da fonti rinnovabili, diventa determinante recuperare fonti integrative di reddito come il recupero del nocciolino dalla sansa, il recupero dei componenti dal patè e l' impiego di esso come biomassa. Proprio per mantenere un presidio sul territorio ed evitare danni collaterali dovuti al dissesto idrogeologico, il frantoio oltre al prodotto deve fare cultura. Lorenzo Cecchi, dottore per Promofirenze, presso la Camera di Commercio di Firenze, ha parlato della chimica dell'olio, illustrandone caratteristiche chimiche, organolettiche e salutistiche, e sensoriali. Grazie all'alto contenuto di polifenoli, l'olio extravergine si rivela un alimento unico in tutto il panorama degli acidi grassi con solo il 10% di grassi saturi. Il potenziale del contenuto dei composti fenolici rimane in gran parte inutilizzato però, basti pensare che dall'oliva all'olio ne viene mantenuto solo lo 0,2%. Proprio dallo studio e dalla conoscenza delle sue proprietà chimiche diventa fondamentale conoscere come conservarlo al meglio e le bottiglie in acciaio inox si rivelano perfette per proteggere l'olio in modo totale. Laura di Renzo della sezione nutrizione clinica e nutragenica dell’Università di Roma Tor Vergata ha parlato poi delle proprietà salutari e nutrizionali dell'olio extravergine nel suo ruolo fondamentale per la prevenzione delle patologie non trasmissibili, che sono oggi il motivo principale di morte. Noi stessi siamo allora i responsabili di tali malattie a cui ci conduce un'alimentazione scorretta e poco attenta. La vera dieta mediterranea, di cui l'olio rappresenta una delle basi imprescindibili, risulta essere indicata per la riduzione dei fattori di rischio delle suddette patologie, apportando benefici sui processi infiammatori, nella prevenzione dalle malattie cardiovascolari e nella riduzione del colesterolo. 50 grammi di olio extravergine d'oliva al giorno, ricombinati con altri prodotti, sono dunque la dose perfetta per preservare il nostro organismo da una serie di problemi. "Si deve tenere sotto controllo tutta la filiera per ottenere un'etichettatura più leggibile e per ripensare l'olio come nutriente dal campo fino a tutta la vita del consumatore, e non semplicemente fino alle nostre tavole. Si deve identificare dove si può perdere il suo alto valore nutrizionale e il polifenolo potrebbe essere in tal senso un ottimo biomarcatore", conclude Laura di Renzo. A chiudere gli interventi della mattinata, Sandra Donnini del Dipartimento di Biotecnologia dell’Università degli Studi di Siena, che ha illustrato la sua interessante ricerca nell'olio d'oliva per la prevenzione al tumore: gli studi e gli esperimenti preclinici del suo Dipartimento si sono incentrati sul colon cancer e sul ruolo che su di esso esercita l'idrossitirosolo, composto presente nell'olio. Il 35% dei tumori che affliggono l'uomo sono infatti causati dalle sostanze nocive presenti sulla tavola e solo il 3% dallo smog, a differenza di quanto si possa pensare.
Anna Lazzerini