L’olio d’oliva italiano, primo in Usa, al Summer Fancy Food
Al Summer Fancy Food Show di New York, dal 30 giugno al 2 luglio, al centro dell’attenzione anche l’olio d’oliva italiano, che nel 2012 è cresciuto del 9% in valore arrivando al 58% (307 milioni di euro) dell’import Usa di oli vergini. In mostra in questa importante vetrina del mercato alimentare Usa, oli extra vergini di oliva a marchio Foi.
Meno posti di lavoro, meno pasti fuori casa. La crisi economica ha cambiato le abitudini alimentari degli americani; nuove tendenze e stili di vita stanno orientando i consumi che incidono sull'industria alimentare. Gli americani mangiano sempre più spesso a casa e per questo motivo si fanno sempre più scelte di acquisto e si comprano più prodotti a marchio privato. Il consumatore medio spende circa 110 dollari a settimana per mangiare e un quarto è speso per specialità alimentari. Un terzo dei consumatori americani acquista specialità alimentari perché li hanno visti utilizzare in un cooking show televisivo. Un terzo dei pasti viene preparato in casa e nella classifica dei cibi realizzati al primo posto vi sono specialità americane (92%), italiane (79%), messicane/latine (63%), cinesi (42%).
È il profilo delle nuove tendenze alimentari americane che è emerso al Summer Fancy Food di New York (30 giugno - 20 luglio), dove Unaprol e Ice hanno concluso la prima intesa operativa sull’olio extra vergine di oliva. Due anni di proficua collaborazione, tra pubblico e privato, con incoming di operatori, buyer e giornalisti in Italia; eventi promozionali all’estero con educational e workshop; azioni di sensibilizzazione in generale dei consumatori di Stati Uniti, Canada, Cina, Hong Kong, Austria, Belgio e Russia.
Gli Stati Uniti rappresentano il mercato d’elezione per gli oli italiani. Rispetto al 2011, nel 2012 le forniture dall’Italia sono aumentate in volume del 10%. Gli Stati Uniti hanno acquistato dall’Italia circa 110.000 tonnellate di oli vergini per un corrispondente valore di 307 milioni di euro. L’Italia detiene una quota del 54% in quantità e del 58% in valore delle importazioni statunitensi di oli vergini. L’analisi dei dati in valore mostra un andamento in linea con i dati in volume e mostrano una progressione del 9% rispetto al 2011. Per quanto riguarda le vendite al dettaglio sul mercato statunitense, l’olio d’oliva, all’interno delle tipologie di olio vendute, rappresenta il 15% in volume ed il 37% in valore. Sul totale dell’olio venduto in confezioni da litro, il 59% è rappresentato da olio extra vergine di oliva ed il 62% delle confezioni è realizzato in vetro. La bottiglia da mezzo litro è la più venduta.
L’Intesa siglata tra Ministero dello Sviluppo Economico, l’Ice - Agenzia per la promozione e l’internazionalizzazione del Made in Italy e l’Unaprol, che opera nell’ambito dell’internazionalizzazione dei contratti di filiera sottoscritti con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ha celebrato il primo esperimento in assoluto tra pubblico e privato per il sostegno di azioni in favore dell’olio extra vergine di oliva di alta qualità italiano. Per quest’ultima tappa selezionati alcuni tra i migliori oli extra vergini di oliva a marchio FOI della filiera olivicola firmata dagli olivicoltori italiani.
Buyer e giornalisti della Grande Mela hanno potuto apprezzare la diversità dei profili sensoriali offerta dai prodotti delle aziende Redoro Frantoi Veneti di Grezzana (VR), Società Agricola Trevi il Frantoio di Trevi (PG), Oleificio Guglielmi di Andria (BAT), Oleificio Cooperativo Paladino di Palo del Colle (BA). L’evento si è concluso con il Find the Fake, ovvero scova l’intruso che. Una prova di degustazione comparativa che aiuta giornalisti e buyer ad individuare e separare oli di scarsa qualità distinguendoli da quelli di alta qualità italiana.
Fonte Unaprol