Foggia: sequestrato opificio clandestino di olio extravergine e alcol di contrabbando

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A Cerignola, in provincia di Foggia, i militari della Guardia di finanza hanno individuato e sequestrato un opificio clandestino per l'adulterazione di olio extravergine di oliva e per l'imbottigliamento di alcol di contrabbando: oltre 58 tonnellate di alcol puro e 4 tonnellate di oli vegetali. Denunciati quattro soggetti per un'evasione di 320 mila euro. 

Nel corso dell'operazione le Fiamme gialle hanno sequestrato anche vari macchinari per l'imbottigliamento e l'etichettatura del prodotto. Inoltre è stata accertata l'evasione di accisa per circa 320mila euro. «L'importante sequestro - ha commentato la Coldiretti - di un opificio clandestino per l'adulterazione di olio extravergine di oliva e il contrabbando di alcol è solo l'ultima delle operazioni realizzate dalla Guardia di Finanza per garantire la qualità e la sicurezza alimentare. Il blitz è avvenuto proprio all'indomani della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto 103/2016, fortemente voluto proprio da Coldiretti, e che definisce le sanzioni contro la contraffazione dell'olio d'oliva». «In Capitanata ci sono olivicoltori seri che producono ottimo olio e bene fa lo Stato a difenderli da agropirati e chimici senza scrupoli» ha dichiarato la deputata Pd, Colomba Mongiello, vice presidente della commissione parlamentare sulla contraffazione che ha voluto esprimere il proprio «plauso istituzionale» alla Guardia di Finanza per l'operazione condotta a Cerignola, in provincia di Foggia, con il sequestro di ingenti quantitativi di olio di semi rigenerato, con false etichette extravergine made in Italy, e alcol prodotto clandestinamente. «L'opificio clandestino scoperto nelle campagne del Basso Tavoliere - ha aggiunto la Mongiello - era la base operativa di un sodalizio attivo nella falsificazione dell'olio e degli alcolici, ma che non disdegnava altro tipo di attività illecite. Un business internazionale: l'olio proveniva dalla Polonia ed era diretto in Germania, particolarmente remunerativo e altrettanto pericoloso sotto il profilo della salute pubblica. I processi di adulterazione, infatti, comportano sempre rischi per i consumatori vittime della frode commerciale. Il danno certo all'economia e quello alla salute motivano e giustificano la persistenza delle sanzioni penali, invece di quelle amministrative, e l'elaborazione di un diritto penale agroalimentare, composto da norme capaci di prevenire e reprimere l'agropirateria».

Redazione