Il neo ministro Bellanova: «l’agricoltura avrà un futuro se attirerà i giovani che studiano»

in Brevi

«Ho messo piede al ministero avanti ieri. Il ministro uscente non ha ritenuto di fare un passaggio di consegne, ma ho già chiesto ai dipartimenti e ai direttori generali di prepararmi i fascicoli, perché voglio affrontarli tutti con rigore e serietà e poi andare nei territori a incontrare le parti sociali, perché su questo c’è bisogno di fare un importante lavoro in comune».
Lo ha dichiarato ieri il neo ministro per le politiche agricole Teresa Bellanova durante la sua visita alla festa dell’Unità di Pieve a Nievole in occasione di un incontro sul lavoro a cui interveniva anche la senatrice Caterina Bini.
Ma come vede Teresa Bellanova da ministro quel settore agricolo che ha conosciuto anche dal basso, come bracciante?
«Lo vedo come un settore al quale noi dobbiamo riconoscere la sua centralità. E lo vedo come un settore che sempre meno dobbiamo assimilare alla fatica e al sudore e sempre più dobbiamo innervare con l’innovazione, con la ricerca, con la valorizzazione dei buoni prodotti. Perché questo settore avrà il futuro che merita se sarà attrattivo per i giovani, per i ragazzi e per le ragazze che studiano, che hanno competenze e che devono poter guardare anche all’agricoltura come settore dove trovare soluzione al loro bisogno di lavoro».
«E poi è necessario un cambio generazionale – ha aggiunto - perché spesso i padri finiscono di fare gli agricoltori, ma i figli non si impegnano perché non hanno una prospettiva di garanzia del reddito, di redditività del capitale che viene investito».
Per raggiungere quest’ultimo obiettivo, ha concluso la neo ministra, è necessaria un’azione governativa rigorosa, «ma non c’è bisogno di proclami e dichiarazioni alla stampa», quanto piuttosto di «mettere insieme le migliori energie, riportare l’Italia a svolgere il ruolo che merita in Europa, perché lì si decidono le scelte importanti che poi hanno ricadute sulle nostre imprese e sulle persone che lavorano all’interno di esse».

L.S.