Da Legambiente una legge per la bellezza come motore del futuro
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Legambiente ha presentato oggi a Roma un disegno di legge che mette al centro la bellezza e la qualità come chiavi di volta per ogni trasformazione del territorio italiano. Il testo, già firmato da diverse personalità della cultura fra cui Moni Ovadia Ottavia Piccolo Roberto Saviano e Franco Iseppi, sembra in parte sovrapporsi al progetto di legge contro il consumo di suolo agricolo del Mipaaf, integrandolo però con altre misure, ed è articolato in 10 articoli. Dal 19 gennaio la campagna itinerante “Italia, bellezza, futuro” promuoverà il ddl legandolo a situazioni concrete dal forte valore simbolico, come il progetto per riqualificare Paestum o la tutela paesaggistica dopo l’alluvione alle Cinque Terre. [Foto de LoStrangolatore da Wikipedia]
«1. La bellezza è un patrimonio del Paese e una fondamentale forma di espressione della sua identità e cultura da tutelare e promuovere. 2. In attuazione dell’articolo 9 della Costituzione, la presente legge detta i principi generali di promozione, tutela, valorizzazione e creazione della bellezza in quanto bene comune indisponibile. Le Regioni si adeguano a tali principi nell’esercizio della propria potestà legislativa e regolamentare».
Sono i due commi dal respiro quasi filosofico che compongono il primo articolo, intitolato “La bellezza patrimonio del Paese”, del “disegno di legge per la bellezza” scritto da Legambiente e presentato oggi a Roma dal suo presidente Vittorio Cogliati Dezza. Che prosegue con i seguenti nove articoli: 2) “tutela e riqualificazione del patrimonio paesaggistico italiano”; 3) “tutela del suolo e contenimento del consumo”; 4) “bellezza delle opere pubbliche e concorsi di progettazione”; 5) “rigenerazione urbana”; 6) “contributo per la tutela del suolo e la rigenerazione urbana”; 7) “repressione dell’abusivismo edilizio e recupero ambientale delle aree”; 8) “dibattito pubblico per l’approvazione delle infrastrutture di interesse nazionale”; 9) “bando di idee per la bellezza”; 10) “bellezza dei gesti e senso civico”.
Una proposta che sembra in parte ispirata al progetto di legge contro il consumo di suolo agricolo presentato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, integrandolo però con altre misure, e che, come è scritto nella premessa, punta sulla «principale caratteristica che il mondo riconosce all’Italia» e alle sue città, i suoi paesaggi, le opere d’arte, il made in Italy ecc. - la bellezza appunto - con due obiettivi. Primo, farne un «fattore decisivo su cui costruire il nostro sviluppo», nella sua relazione con il concetto di qualità e nell’intreccio inestricabile «tra natura e sapiente intervento antropico» che lo caratterizzano. Secondo, perché solo puntando su bellezza e qualità, sull’idea di paesaggio come valore aggiunto, è possibile «tenere assieme temi e questioni oggi affrontati in modo parcellizzato quando non contraddittorio» e «contaminare a 360 gradi la cultura architettonica e ingegneristica, il lavoro degli amministratori locali, arrivando a coinvolgere persino Soprintendenze e provveditorati alle opere pubbliche, per fare di ogni intervento un’occasione per qualificare il territorio, rispettando le risorse e valorizzando le specificità locali».
«Questo paese non produce più nuova bellezza, se non per qualche oggetto isolato – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Le periferie, il consumo di suolo, l’abusivismo, l’emarginazione dei giovani, l’individualismo esasperato, i tagli alla cultura e alla scuola sono tutti fenomeni che rubano bellezza al nostro paese. Proprio la bellezza, invece può essere la chiave per rivedere politiche che interessano fortemente il territorio e concorrono in maniera rilevante a definirne caratteri e qualità. Nella nostra idea di bellezza l’attività antropica, il ruolo delle comunità e degli individui, è centrale. L’intento della proposta che avanziamo - prosegue Cogliati Dezza - è di innescare nei territori processi di trasformazione che puntino a rendere più belle, moderne e vivibili le città italiane, a migliorare la qualità della convivenza, del benessere individuale e collettivo e a muovere la creatività. La sfida, insomma, è invertire la tendenza, promuovendo un modello di sviluppo alternativo a quello che ha distrutto la bellezza naturale senza produrne di nuova».
Il disegno di legge, che sarà sottoposto ai candidati alle elezioni affinché lo facciano proprio e ai sindaci italiani, è stato sottoscritto da una nutrita schiera di personalità del mondo della cultura, delle imprese e della scienza. Tra questi, gli attori Moni Ovadia e Ottavia Piccolo, lo scrittore Roberto Saviano, il direttore del Touring Club Franco Iseppi, il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri, il patron di Eataly Oscar Farinetti, il giornalista di Repubblica Giovanni Valentini, il presidente del Consiglio nazionale degli Architetti Leopoldo Freyrie, il docente dell’Università di Firenze Marcello Buiatti e il presidente di Revet Valerio Caramassi.
Per far conoscere ai cittadini la proposta, trovare adesioni e creare mobilitazione, Legambiente organizza una campagna itinerante – “Italia, bellezza, futuro” - che lega i temi oggetto della legge a situazioni territoriali concrete e simboliche, attraversando fino ad aprile diversi luoghi d’Italia. Si parte il 19 gennaio da Paestum per parlare del progetto di azionariato popolare per riqualificare l'intero perimetro originario della area archeologica e dal San Carlo di Napoli per la prima rappresentazione del Rusalka di Antonin Dvorak. Si continua per Agrigento per affrontare il caso di abusivismo dell'abbattimento della scala dei Turchi; si fa tappa alle Cinque Terre per parlare di tutela paesaggistica dopo l'alluvione; si pedala poi a Roma per una mobilitazione ulteriore per la pedonalizzazione del Colosseo, ecc.
Alcuni degli elementi caratterizzanti del disegno di legge - tra cui l’introduzione di un programma nazionale di conservazione e restauro del patrimonio storico artistico a cadenza annuale (con priorità d’intervento e precisi obiettivi di tutela e fruizione), il divieto di nuove costruzioni nelle aree costiere fuori dai centri abitati fino a 1000 metri dalla battigia e la creazione del Registro nazionale del consumo di suolo presso l’Istat – sono ben individuati in un articolo di Antonio Cianciullo su Repubblica in cui si trova il link al testo completo.
Lorenzo Sandiford